VIOLENZA PSICOLOGICA – 5 forme di violenza subdola
Con violenza psicologica si intende una forma subdola di maltrattamento volta a manipolare e sopraffare l’altro. Infatti, la violenza psicologica è un vero e proprio abuso emotivo che porta la vittima a perdere se stessa, il proprio senso di identità e la propria dignità.
La violenza psicologica si esprime attraverso atteggiamenti e parole ben precisi, ripetitivi nel tempo, che possono essere alle volte palesi e altre volte più velati.
Di seguito alcuni esempi per aiutare a riconoscere le varie forme di violenza psicologica:
UMILIAZIONE E CRITICA: ti ridicolizza o fa battute pesanti e pungenti; svaluta il tuo lavoro/studio/interessi; fa commenti sprezzanti sul tuo aspetto fisico/abbigliamento/modo di fare o parlare.
CONTROLLO: ti fa sentire in colpa; ti impone il suo punto di vista; ignora la tua opinione; è eccessivamente geloso/a; pretende risposta immediata a chiamate o messaggi; impartisce lezioni su ciò che sarebbe giusto fare; alterna scoppi di rabbia a mom
MANIPOLAZIONE – Il gaslighting
Che cos’è il gaslighting?
Il gaslighting è un tipo di manipolazione psicologica che fa sì che una persona (la vittima) metta in dubbio il proprio ragionamento, la propria percezione e la propria sanità mentale. In altre parole, in una relazione tossica una persona (il carnefice) adotta comportamenti abusanti allo scopo di far dubitare di sé la vittima solo per trarne vantaggio. La differenza tra il gaslighting e altre forme di manipolazione è che il/la carnefice cerca intenzionalmente e attivamente di ottenere il controllo sulla vittima.
Chi mette in atto il gaslighting?
Il gaslighting è spesso agito da individui con disturbo narcisistico di personalità. La persona con disturbo narcisistico di personalità ha una visione distorta di sé e della realtà, ha bisogno di essere lodata e di essere superiore agli altri. Di conseguenza, il/la narcisista metterà in atto comportamenti manipolatori per apparire migliore, giusto/a e per avere vantaggi personali.
Credi di essere vittima di gasl
Pubblicato in Amore, Mal D'Amore, Rapporti di Coppia, Lutto, Traumi e Violenza, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: coppia, gaslighting, manipolazione
ANSIA – 10 modi in cui l’ansia può manifestarsi
Sono 8,5 milioni gli italiani che almeno una volta nella vita hanno sofferto di disturbi d’ansia. Generalmente, i disturbi d’ansia insorgono tra l’adolescenza e la prima giovinezza con un’evoluzione lenta e cronica che può portare la persona ad interpretare i segnali d’ansia come un “normale” aspetto della propria personalità, un atteggiamento innato. Il risultato è che le persone non riconoscono l’ansia eccessiva come un problema psicologico, stringono i denti e si abituano a conviverci. Infatti, su 100 persone che soffrono di un disturbo d’ansia solo 20 decidono di rivolgersi ad un professionista della salute mentale e, di solito, lo fanno solo quando la situazione diventa davvero invalidante.
Di seguito alcuni dei modi più diffusi attraverso i quali può manifestarsi l’ansia:
- Essere controllanti
- Sentirsi molto preoccupati, agitati o arrabbiati
- Avere un atteggiamento di sfida o provocatorio
- Pretendere troppo da sé stessi
- Evitare attività, luoghi o eventi
- Difficoltà di concentrazione
- Insofferenza verso ciò c
COPPIA – Vita di coppia e comunicazione: 5 errori
Saper comunicare è fondamentale per creare una vita di coppia sana e duratura. Trascurare la comunicazione di coppia rischia di mettere a repentaglio la solidità della relazione trasformando alcune situazioni, che si potevano risolvere semplicemente parlando, in qualcosa di più grave.
Ma niente paura! Si può sempre migliorare il proprio stile comunicativo cercando di evitare alcuni errori di comunicazioni.
Di seguito 5 errori frequenti da evitare:
1. Essere incapaci di considerare il punto di vista altrui
2. Affrontare una discussione con lamentele, critiche e accuse
3. Aspettarsi che il/la partner possa leggere nella mente dell’altro/a
4. Credere che il solo parlare sia sufficiente per risolvere i problemi
5. Puntualizzare, recriminare, rinfacciare, predicare, biasimare
Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione – Zygmunt Bauman
amore, comunicazione, coppia
PSICOTERAPIA – 5 validi motivi per andare in terapia
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento culturale nei confronti della salute psicologica grazie al quale andare dallo Psicologo Psicoterapeuta non significa più essere etichettati come “pazzi”. Non sempre il singolo individuo può affrontare da solo ciò che gli accade emotivamente e non è raccomandabile improvvisarsi in un pericoloso “fai da te”. Per questo esiste la terapia.
Di seguito almeno 5 validi motivi per andare in terapia:
- Conoscere sé stessi e acquisire maggior amor proprio
- Districare i nodi relativi ai traumi del passato che possono condizionare ancora il presente
- Confrontarsi in modo imparziale senza essere giudicati
- Adottare nuove strategie mentali e comportamentali per gestire situazioni problematiche
- Relazionarsi con le persone che dovrebbero andare in terapia ma purtroppo non lo faranno
La potenza della parola nei riguardi delle cose dell’anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi de
FAMIGLIA – 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista
La famiglia narcisista è senza dubbio caratterizzata da un insieme specifico di dinamiche che si sviluppano e serpeggiano all’interno di questi gruppi di parenti. Uno o entrambi i genitori possono essere narcisisti così come anche alcuni figli, ma non è raro che possano esserci figure tossiche anche nella famiglia allargata (nonni o altri famigliari). Solitamente, il narcisista è il tiranno della famiglia intorno al quale tutto gira e tutti girano.
Non è facile riconoscere di essere intrappolati in dinamiche famigliari narcisiste dato che possono essere erroneamente scambiate come fatti naturali, retaggi culturali, tradizioni, abitudini consolidate. In realtà, queste famiglie condividono molti punti in comune che se riconosciuti possono aiutare ognuno a liberarsi dalla morsa patologica del narcisismo.
Di seguito 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista:
1_ È tutta una questione di immagine: si deve apparire migliori, perfetti e senza problemi agli occhi degli altri 2_ Ai bambini viene insegnato a fingere che tutto vada sempre bene per mantenere una finta facciata di armonia 3_ Non esiste una sana gerarchia nei ruoli: i bambini sono l
TRAUMA – 4 traumi infantili che influenzano la vita adulta
Molti degli accadimenti avvenuti nell’infanzia, quando non risolti, possono condizionare la vita adulta. In particolare, gli eventi traumatici segnano l’esistenza creando pattern comportamentali precisi in base al tipo di trauma subito.
Di seguito, alcuni comportamenti e stati psicologici indicatori di un trauma infantile che si esprime nell’età adulta:
_ TRAUMA DEL RIFIUTO
Fai facilmente ipotesi negative su ciò che pensano gli altri; sei diffidente nei confronti delle altre persone; è difficile per te scendere a compromessi; accontenti sempre gli altri; hai difficoltà a fidarti delle persone se devi mostrare i tuoi sentimenti.
_ TRAUMA DELL’ABBANDONO
Temi di essere lasciato o abbandonato; sei stato incapace di costruire relazioni sane nell’adolescenza e questo accade ancora nell’età adulta; hai scarsa autostima; sei ansioso ed insicuro; ti puoi sentire depresso o affranto.
_ TRAUMA DEL TRADIMENTO
Hai difficoltà a riconoscere, esprimer
RELAZIONI – Come mai è così faticoso avere relazioni?
La relazione è quel legame che si crea tra due o più persone i cui pensieri, sentimenti e azioni si influenzano vicendevolmente. Pertanto, quando si instaura una relazione con qualcuno si crea inevitabilmente un vincolo di interdipendenza. Nel corso della propria vita ognuno di noi crea molteplici relazioni con gli altri: si inizia con le persone molto vicine come i genitori e i parenti, si prosegue poi con gli amici, le relazioni di coppia fino alle relazioni legate al mondo del lavoro, alle conoscenze superficiali e così via.
Ma intrecciare relazioni alle volte è veramente difficile. Come mai? Di seguito alcune caratteristiche di personalità ci aiutano a capire il perchè:
_ IL NARCISISTA
E’ interessato/a solo a se stesso/a e crede fermamente di essere migliore di ogni altra persona. Vuole essere sempre al centro dell’attenzione. Manipola gli altri per i propri scopi. Ha scarsissima empatia.
_ IL CONTROLLANTE
Cerca di controllare ogni cosa e ogni persona e vuole ess
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2022
Come consuetudine di fine anno, segnalo i 3 articoli più letti nel 2022 su questo sito internet e scritti da Dott.ssa Marcella Caria
Ormai per il quarto anno consecutivo primeggia l’interesse dei lettori verso l’articolo “La paura di dire ti amo”. Continua a mantenere ancora il secondo posto in classifica “I segni indelebili del padre autoritario”. Per la prima volta sul podio con il terzo posto l’articolo “10 segnali per riconoscere l’ortoressia”.
Buona lettura!
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La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono… continua a leggere
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I segni indelebili del padre autoritario
amore, ortoressia, padre
ADOLESCENZA – Il periodo adolescenziale
L’adolescenza è un momento di inevitabile crisi e cambiamenti che coinvolgono i giovani e la famiglia.
La crisi diventa l’occasione di una trasformazione dell’identità dove l’intero mondo dei riferimenti muta, coinvolgendo al tempo stesso emozioni, sentimenti, cognizioni e sensazioni dell’adolescente, che ora s’interroga freneticamente alla ricerca di se stesso. I cambiamenti puberali, con il loro carico di trasformazioni anatomiche e fisiologiche, inaugurano l’adolescenza: il/la ragazzo/a perde le certezze del proprio corpo e i bruschi e vistosi cambiamenti di natura qualitativa fanno si che non si riconosca più.
È un periodo caratterizzato dalla caduta di tutte le certezze acquisite in precedenza ed è per questo che l’adolescente necessita di una reinterpretazione di se stesso, che gli restituisca un senso di quiete ed argini il disordine interno.
Il radicale cambiamento dell’immagine corporea produce un duplice disagio psichico: da un lato l’angoscia di vedere il proprio corpo che si modifica rimanda alla necessità di un lavoro psichico di notevole dispendio p
ALESSITIMIA – Che cos’è l’alessitimia?
L’alessitimia o analfabetismo emotivo è l’incapacità di riconoscere, esprimere e distinguere i propri ed altrui stati emotivi. È un vero e proprio disturbo dell’elaborazione degli affetti che ostacola i processi di auto-regolazione e riorganizzazione delle emozioni. L’etimologia della parola, derivante dal greco, riporta proprio alla mancanza (alfa=assenza) di parole (léxis=parola) per le emozioni (thymós=emozione).
Le persone alessitimiche faticano a differenziare gli stati emotivi dalle sensazioni fisiologiche. Presentano una ridotta capacità immaginativa e onirica. Infine, hanno scarse abilità empatiche e spesso assumono comportamenti conformistici compensatori.
L’alessitimia può essere interpretata come una difesa inconscia alle sofferenze subite: si sceglie l’analfabetismo emotivo per evitare le emozioni (vissute come minacciose e destabilizzante). Sarà il corpo a dar voce all’emotività repressa attraverso svariate manifestazioni psicosomatiche.
Tra le cause dell’alessitimia, riveste un ruolo important
PSICHE – 10 Ottobre: giornata mondiale della salute mentale
La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Creata nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha il proposito di promuovere la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Non tutte le persone che soffrono di un disagio psicologico decidono di curarsi rivolgendosi a professionisti del settore. Tra i motivi la diffusa messa in atto, da parte della popolazione in generale, di una distanza sociale nei confronti di persone con problemi psicologici. Questo atteggiamento allontana ancora di più l’individuo con sofferenza psicologica dal cercare ed intraprendere una cura adeguata alla propria condizione clinica. È importante andare oltre lo stigma così che la paura di essere etichettato come malato non si frapponga alla ricerca di un aiuto professionale competente.
I disagi psicologici sono ancor oggi erroneamente considerati da molti un segno di debolezza, una sconfitta, una mancanz
DEPRESSIONE – 10 cose estremamente difficili da fare
La depressione è un disturbo psicologico complesso e subdolo, non sempre facile da riconoscere all’inizio. Per questo, è importante non sottostimare alcuni comportamenti di disimpegno verso qualsiasi (apparentemente banale) attività quotidiana.
Di seguito, 10 cose estremamente difficili da fare quando si è depressi:
- Fare la doccia
- Fare il letto
- Pettinarsi
- Controllare le e-mail
- Uscire di casa
- Fare la spesa
- Stare al telefono
- Pulire la casa
- Cucinare
- Alzarsi da letto
Queste azioni quotidiane non sono difficili da svolgere perché si è stanchi, deboli o sfaticati. Sono difficili perché si sta combattendo contro un nemico invisibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Depressione. L’entusiasmo sottratto a se stesso si ricopre di nero.
E una tristezza più grande entra nella tristezza come un secondo corpo intollerabile – Fabrizio Caramagna
Riconoscere un disturbo depressivo al suo esordio è fondamentale. Più tempestiva è la diagn
SABOTAGGIO – 10 modi per sabotare se stessi
Sabotare se stessi significa porsi ostacoli e difficoltà mentre si sta cercando di raggiungere un obiettivo desiderato e/o vantaggioso. Questo, di conseguenza, significa arrecare un danno a se stessi.
Aumentare la consapevolezza sulle forme di auto-sabotaggio è il primo passo per cambiare il proprio comportamento e smettere finalmente di essere vittima di se stessi.
Di seguito, alcuni comportamenti tipici di chi sabota se stesso:
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Procrastinare continuamente
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Ignorare la necessità di una pausa/riposo
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Imporsi regole che sono troppo dure da seguire
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Complicarsi la soluzione di piccoli problemi
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Iniziare troppi progetti che non si possono poi finire
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Concedersi qualcosa solo se meritato
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Demotivarsi prima di aver provato
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Posticipare le cose da fare fino all’ultimo secondo
EMOZIONI – Segnali indicativi di un disturbo alimentare
In Italia sono circa 3 milioni le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, il 5% della popolazione. Il 96,8% sono donne e il 3,2% sono uomini. La fascia di età più colpita è 14-35 anni. Il cibo è spesso utilizzato per gestire sentimenti di inadeguatezza, fallimento, vuoto e solitudine.
Di seguito alcuni segnali, da non sottovalutare, che indicano un cattivo rapporto col cibo e/o un vero e proprio disturbo alimentare:
– Pensare ossessivamente al cibo
– Paura del cibo
– Paura di ingrassare
– Indossare abiti che nascondano il proprio corpo
– Essere inflessibili sulle calorie assunte
– Controllare ossessivamente peso e cambiamenti corporei
– Evitare gli specchi
– Paragonare costantemente il proprio corpo a quello degli altri
– Stanchezza continua
– Isolamento
– Eccesso di attività fisica
PAURA – Differenze tra paure comuni e paure derivanti da trauma
Breve viaggio in alcune possibili paure e il loro diverso impatto sulla persona
– PAURE COMUNI: paura della morte; di Dio; di essere punito per i propri peccati; paura della giustizia; di parlare in pubblico; di essere umiliato; dei pericoli; di alcuni animali; di perdere; paura della malattia; della povertà; della solitudine; dell’incertezza.
Queste paure solitamente non sono croniche, non si innescano automaticamente o senza motivo, non costringono la persona ad essere imprigionata in schemi comportamentali e difensivi ripetuti.
– PAURE DA TRAUMA: paura che il trauma possa ripetersi; paura di essere abbandonato (ancora); paura di essere attaccato/colpito/rapito/abusato/reso schiavo (ancora); paura di essere ucciso; dei comportamenti degli altri quando dominanti; paura dell’isolamento/solitudine; paura della vicinanza; paura di essere nuovamente ferito; le paure comuni sono vissute in modo amplificato.
È una situazione emotiva di paura cronica che si innesca in modo ripetitivo ed automatico. Le paure da trauma portano la persona a vivere in uno stato di iper-vigilanza;
FELICITA’ – La chimica della felicità
Le sensazioni di felicità e buon umore sono create anche da una complessa interazione tra ormoni diversi. Con “ormoni della felicità” si fa riferimento a tutte quelle sostanze chimiche, rilasciate soprattutto a livello cerebrale, che contribuiscono positivamente al benessere psichico e fisico. Alcuni di questi processi possono essere incoraggiati sfruttando questa chimica a proprio vantaggio.
Di seguito sono elencati alcuni ormoni, la loro specifica funzione e alcuni piccoli suggerimenti per promuovere la chimica della felicità:
DOPAMINA: il mediatore del piacere e della ricompensa. Si può favorire la sua produzione ascoltando musica, vivendo nuove esperienze, ponendosi obiettivi (anche piccoli) per poi raggiungerli, dormendo a sufficienza.
SEROTONINA: lo stabilizzatore dell’umore. Meditare, fare esercizio fisico, stare a contatto con la natura, esporsi al sole e mangiare sano sono alcuni dei comportamenti che ne favoriscono l’aumento.
OSSITOCINA: l’ormone dell’amore. Si propizia l’aumento di questo ormone quando si socializza, si fa qualcosa di gentile per gli altri, si sta
CARATTERE – 5 diritti fondamentali e 5 tipologie caratteriali
Breve viaggio nella formazione del carattere secondo la bioenergetica
Lo psicoterapeuta Alexander Lowen, fondatore dell’analisi bioenergetica, ha individuato cinque diritti fondamentali che ogni bambino esprime sotto forma di bisogni durante la propria crescita. Il modo in cui ogni diritto viene accolto, frustrato o negato dai caregiver di riferimento incide sulla formazione del carattere della persona adulta.
Di seguito i cinque diritti fondamentali e i relativi sviluppi quando negati:
1. Diritto di esistere
Se negato si sviluppa un carattere schizoide contraddistinto dalla paura del contatto e dal ritiro. Nel periodo neonatale il bambino ha incontrato un ambiente freddo ed ostile. Non potendo reggere l’angoscia del rifiuto da adulto si rifugia nel mondo delle idee e dell’intelletto. Infatti, la persona con questo carattere è definita anche come “il sognatore”.
2. Diritto di essere accolto nella propria condizione di bisogno
Se negato si sviluppa un carattere o
PANICO – Come sopravvivere ad un attacco di panico
Inaspettato ed imprevedibile, l’attacco di panico fa sentire la persona indifesa e vulnerabile. L’attacco di panico può essere descritto come un momento di estrema ed improvvisa ansia che provoca paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire.
Per la gestione e la cura degli attacchi di panico è sempre necessario intraprendere un percorso di psicoterapia utile a comprendere meglio se stessi, i propri vissuti ed eventuali conflitti sottesi.
Ma come si può gestire l’ondata di panico proprio nel momento in cui arriva? Cosa fare per sopravvivere a quel terribile momento?
- Concentrati sul respiro. L’iperventilazione peggiora i sintomi.
- Rilassa il corpo. La tensione muscolare non aiuta il corpo a smaltire gli ormoni dello stress.
- Riconosci che stai avendo un attacco di panico. Non stai morendo, non stai impazzendo e non stai avendo un infarto. Dai al tuo corpo il tempo, queste sensazioni passeranno.
- Distrai i tuoi sensi: tocca qualcosa di morbido, annusa qualcosa di buono, guarda qualcosa che ti rende felice, ascolta musica rilassante.
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2021
Di seguito i 3 articoli più letti nel 2021 su questo sito internet, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Per il terzo anno consecutivo primeggia ancora l’articolo “La paura di dire ti amo” a sottolineare l’acceso interesse per il tema delle relazioni, della fatica dell’impegno e dell’amore tormentato. Sale la classifica e conquista il secondo posto “I segni indelebili del padre autoritario”. Mantiene la posizione sul podio ma si piazza terzo l’articolo “Il peso psicologico del senso di colpa”.
Buona lettura!
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La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono… continua a leggere
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I segni indelebili del padre autoritario
articoli, emozioni, psicologia
DIPENDENZA – 5 paure del dipendente affettivo
La dipendenza affettiva è una modalità malsana di vivere la relazione nella quale si rinuncia al proprio spazio vitale pur di non perdere il partner. E’ una forma di “amore” ossessivo, simbiotico e stagnante. Il dipendente affettivo è richiedente oltremisura e ossessiona il proprio partner ritenendolo la sola persona al mondo in grado di dare sicurezza e sopperire all’angoscia di solitudine.
Il dipendente affettivo è dominato principalmente da 5 paure:
- Paura dell’abbandono
- Paura di esprimere i propri sentimenti
- Paura del rifiuto
- Paura di essere se stessi
- Paura del giudizio del partner
La dipendenza affettiva affonda le proprie radici in una profonda e insoddisfatta necessità di amore e sicurezza. Questo stile di comportamento è definito “attaccamento insicuro”, ha origine nell’infanzia quando i bisogni di conferma, amore e unione non sono stati pienamente soddisfatti dal caregiver. Quando il caregiver è assente il bambino avverte il bisogno di vicinanza affettiva. Quando il caregiver è presente il bambino ha paura di essere ignorato e/o abbandonato. Gli “stili di attaccamento” non riguar
BULLISMO – Nessuno nasce bullo. Bulli si diventa
Il bullismo indica un’ampia ed eterogenea serie di comportamenti di prevaricazione e sopraffazione, agiti da una o più persone nei confronti di una vittima individuata come bersaglio di violenze verbali, fisiche e/o psicologiche.
In Italia il 75% degli atti di bullismo e cyberbullismo resta sommerso. Solo il 25% viene segnalato o notato.
Come mai alcuni bambini/e o ragazzi/e usano la prepotenza sugli altri?
Dentro ad ogni bullo si nasconde un bambino spaventato, costantemente in lotta con le proprie insicurezze e paure. Il bullismo è quindi espressione di una conflittualità interiore. Aggredire qualcuno o qualcosa dà al bullo un falso senso di solidità, di forza e di sicurezza.
Nessuno nasce prepotente. Bulli si diventa. Il clima famigliare e lo stile educativo fanno la differenza. Alcuni genitori sono essi stessi bulli proponendo un modello educativo fatto di prevaricazione e autorità (diversa invece è l’autorevolezza). Altri hanno comportamenti passivo-aggressivi, impulsivi o manipolatori verso i propri figli.
SINDROME – La sindrome della superiorità illusoria
Questa illusione della competenza porta la persona a:
- considerarsi esperta anche quando le esperienze suggeriscono il contrario
- non vivere gli insuccessi (quando perde non interiorizza la sconfitta)
- avere un’immagine di sé distorta sottovalutando i propri difetti
- credere fermamente nel proprio talento
- non rendersi conto delle effettive capacità degli altri
- convincersi che la propria opinione valga di più di quella degli altri
- sentirsi in diritto di giudicare
- non percepire la propria ignoranza
LUTTO – L’elaborazione del lutto
Cos’è il lutto?
Il lutto rappresenta una delle esperienze più impegnative che ci si trova ad affrontare nel corso della vita. È un sentimento di intenso dolore conseguente alla perdita di una persona cara, ma non è necessariamente collegato alla morte fisica. Il lutto può essere innescato anche dalla separazione, dal rifiuto o dall’abbandono. Si parla di lutto anche quando si chiude una prospettiva, si perde il lavoro per licenziamento o pensionamento, si affronta un fallimento personale. In altre parole, ogni distacco definitivo da qualcuno o qualcosa, che ha avuto un ruolo rilevante nella vita di una persona, può provocare la reazione naturale e fisiologica del lutto.
Tendenzialmente l’essere umano ha la capacità di superare la perdita, ma a volte può essere molto difficile elaborare il lutto, separarsi. Il senso di vuoto e la solitudine provati possono disorientare profondamente chi li vive. La sofferenza emotiva stravolge l’equilibrio psicologico, soprattutto quando si fatica ad accettare l’ineluttabilità di una fine. Di conseguenza, diverse persone possono vivere stati depressivi di grande intensità. Alcune arrivano a negare
PANICO – L’attacco di panico
Che cos’è un attacco di panico?
Un attacco di panico è un’improvvisa ondata di estremo malessere, paura e ansia che causa sintomi fisici e psicologici. Il livello di paura sperimentato non è realistico, è sproporzionato rispetto agli eventi o alle circostanze che hanno innescato l’attacco. Inaspettato e imprevedibile, l’attacco di panico porta la persona a sentirsi indifesa e vulnerabile. Si temono futuri attacchi e, di conseguenza, si modifica il proprio stile di vita fino ad evitare situazioni, luoghi o persone. L’attacco di panico può verificarsi anche mentre si dorme provocando risvegli improvvisi accompagnati da sentimenti di paura e terrore. Quando gli attacchi di panico sono frequenti e ripetuti nel tempo generalmente indicano un disturbo di panico.
Sintomi dell’attacco di panico
I sintomi fisici dell’attacco di panico possono includere dolore o malessere a livello toracico, palpitazioni o battito cardiaco accelerato, respiro affannoso o sensazione di soffocamento, sudorazione, tremori, nausea, vertigini, intorpidimento o formicolio, vampate
DEPRESSIONE – I disturbi depressivi
Che cos’è la depressione?
Quando si parla di depressione è importante precisare che non tutte le modificazioni del tono dell’umore sono da considerarsi patologiche. Chiunque può aver provato, in alcuni momenti della propria vita, sentimenti come tristezza, disperazione o pessimismo. Essere tristi è la naturale reazione ad alcune esperienze di vita. Solitamente questi momenti di fisiologico sconforto sono transitori e tendono a risolversi non appena le circostanze migliorano. Se invece i vissuti depressivi sono pervasivi, profondi e invalidanti, fino a compromettere il funzionamento sociale, lavorativo e relazionale, allora si parla di disturbi depressivi.
Quali sono i disturbi depressivi?
ANSIA – I disturbi d’ansia
Che cos’è l’ansia?
L’ansia comprende sentimenti di preoccupazione, nervosismo o terrore. Anche se spiacevoli, episodi occasionali di ansia sono naturali e talvolta persino utili: segnalano che qualcosa non va. Infatti, l’ansia può aiutare le persone sia a riconoscere che evitare il pericolo; è funzionale nel propiziare cambiamenti importanti e significativi. Quando invece l’ansia è persistente, pervasiva e sproporzionata sconvolge la vita quotidiana. Allora, si parla di disturbo d’ansia.
Quali sono i disturbi d’ansia?
I disturbi d’ansia si manifestano in modi diversi distinti tra loro:
– Disturbo d’ansia generalizzata – Il disturbo d’ansia generalizzato è uno stato cronico di grave preoccupazione e tensione psicologica senza apparenti motivazioni.
– Disturbo d’ansia di separazione – Il disturbo d’ansia di separazione è caratterizzato da una reazione ansiosa eccessiva al momento del distacco da figure affettive significative.
– Mutismo selettivo – Il mutismo selettivo è un disturbo poco noto
TRAUMA – 4 segnali del trauma
Gli eventi traumatici si presentano in molte forme. Il trauma può essere rappresentato dall’improvvisa perdita di una persona cara, dall’abuso fisico e/o psicologico, dall’abbandono, dalla perdita del lavoro, da un incidente, da calamità naturali e pandemie, da gravi malattie o da qualsiasi altro tipo di situazione tragica e inquietante. È qualcosa di straordinario che si traduce in uno shock emotivo, sia per chi lo subisce direttamente sia per chi vi assiste. Ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, senso di impotenza, affaticamento, iper-vigilanza, irrequietezza, instabilità emotiva, palpitazioni sono alcuni dei segnali fisici e psicologici che possono provare le persone traumatizzate. Questi sintomi possono nascere subito dopo l’evento traumatico ma, in alcune persone, possono manifestarsi anche dopo diversi mesi o anni. Detto ciò, è importante non sottovalutare la propria sofferenza e, in particolare, prestare attenzione a quattro segnali propri del disturbo post-traumatico da stress.
1. Flashback
La persona rivive il trauma attraverso incubi notturni o ricordi invadenti ed an
RELAZIONI – Fantasmi, zombie e briciole di pane
Gli smartphone, i social network e le chat di appuntamenti online hanno cambiato il modo in cui le persone si incontrano, flirtano e si innamorano. Come conseguenza, sono entrati in uso nel nostro linguaggio nuove terminologie, prese dalla lingua inglese, per indicare specifiche espressioni relazionali. È utile porre l’attenzione su questi neologismi dato che esprimono ciò che può accadere nella relazione e raccontano ciò che le persone vivono.
Ghosting, haunting, orbiting, zombieing e breadcrumbing sono nuove definizioni ma, in realtà, si riferiscono a comportamenti da sempre attuati. Le persone manipolavano e si prendevano gioco delle emozioni degli altri molto prima dell’avvento della comunicazione online. Il ruolo prevalente dei messaggi nella quotidianità e/o degli incontri online ne ha solo facilitato ulteriormente la diffusione. Queste relazioni sono caratterizzate da maggiore incertezza, paura dell’impegno e confusione nello stabilire legami affettivi.
▪ Ghosting
Il ghosting accade quando qualcuno a cui si è interessati scompare improvvisamente. Questa per
NARCISISMO – 5 aspetti del narcisismo e i loro retroscena
Le persone affette da narcisismo patologico presentano al mondo un’immagine di sé caratterizzata da un’aura di certezza, superiorità, attrattiva e forza. Eppure, più si approfondisce la relazione con un narcisista più si scopre qualcosa che non convince…
Se sono così sicuri, perché hanno tanta difficoltà a riconoscere ed ammettere la responsabilità dei propri errori?
Se sono così superiori, perché hanno bisogno di dominare e sottomettere gli altri?
Se sono così attraenti, perché hanno bisogno di costanti attenzioni?
Se sono così forti, perché sono facilmente destabilizzati da piccolezze?
Avere a che fare con i narcisisti può essere sconcertante e snervante. Per questo, sapere cosa si nasconde dietro la loro lucente facciata offre una prospettiva più ampia e una maggiore compassione nel relazionarsi con loro. Soprattutto, vedere dietro il sipario aiuta a stabilire dei sani e necessari confini alla relazione.
Di segui
Pubblicato in Amore, Mal D'Amore, Rapporti di Coppia, Articoli della Dott.ssa, L'importanza di Essere, Psicologia & Psicoterapia, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: narcisismo, personalità, relazioni
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2019
Di seguito i 3 articoli più letti nel 2019 su questo sito internet, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Le preferenze dei lettori si sono orientate diversamente rispetto agli anni passati e, per la prima volta, il tema del senso di colpa perde il suo primato storico collocandosi in seconda posizione. L’interesse si è spostato sulla paura nelle relazioni, sulla fatica ad impegnarsi, sull’amore tormentato e così l’articolo “La paura di dire ti amo” scala la classifica e conquista il primo posto.
Il 2019 porta una novità anche al terzo posto conquistato dal bisogno di capire e gestire l’insonnia.
Buona lettura!
1. La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che quest
AUTORITÀ – I segni indelebili del padre autoritario
La differenza tra autorità ed autorevolezza è la differenza che c’è tra imporre e condividere e, su più ampia scala, tra colonizzare e incontrare. Alla base di quelle che vedremo essere delle reminiscenze difficili da scardinare, che ancora oggi la società occidentale approva ed esprime con noncuranza, c’è il rapporto con il padre autoritario.
Come moltissime situazioni sociali e relazionali si basano sull’applicazione dell’autorità – ovvero un’imposizione di una parte sull’altra per motivi “dovuti” – così il padre autoritario si impone nei confronti dei “propri” figli, in quanto considerati “di proprietà”. Naturalmente, un essere umano non può “appartenere” a nessuno.
Per esempio, un datore di lavoro autoritario esercita prepotenza – ovvero prepone potenza alla relazione – nei confronti del lavoratore attraverso la propria posizione gerarchica allo scopo di dominare la relazione. Se un padre reclama il proprio diritto alla paternità come leva psicologica per esercitare autorità, il datore di lavoro utilizza la propria posizione. In entrambi i casi, la leva permette alla figura autoritaria di soddisfare le proprie necessità,
ORTORESSIA – 10 segnali per riconoscere l’ortoressia
In occasione del World Eating Disorder Action Day (giornata mondiale di sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare), celebrato il 2 Giugno 2019 sul tema “Eating Disorders: Can’t Afford To Wait”, vorrei portare l’attenzione su un disturbo alimentare meno conosciuto ma comunque insidioso: l’ortoressia nervosa.
L’ortoressia nervosa è caratterizzata da una vera e propria ossessione per la sana alimentazione. Sebbene non sia formalmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come vero e proprio disagio psichico, l’ortoressia ha molte somiglianze con i più noti disordini del comportamento alimentare. L’eccessiva attenzione alla perfezione del corpo promossa dalla cultura occidentale, il salutismo e i social media come luogo di apparenza e finzione, contribuiscono a rafforzare l’ossessione tipica dell’ortoressia. Infatti, chi soffre di ortoressia ha una fissazione esagerata per il cibo sano e per le diete alimentari ritenute salutiste. Mentre è sempre consigliabile condurre uno stile di vita sano, le persone con ortoressia sono ossessionate, in modo pervasivo e costante, dal mangiare sano, tanto che il loro benessere fisico e mentale, così come la loro vita quoti
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2018
Di seguito i 3 articoli che hanno attirato più interesse nei visitatori di questo sito internet nell’anno 2018, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Buona lettura!
1. Il peso psicologico del senso di colpa
La funzione primaria del senso di colpa è di avvertire noi stessi che abbiamo fatto o stiamo per fare qualcosa che va contro i nostri principi (ad esempio comprare qualcosa che non rientra nel budget, giocare ai videogiochi invece di lavorare, imbrogliare, ecc…) o nuoce direttamente o indirettamente a qualcuno. Grazie alla sua sgradevolezza il senso di colpa svolge la fondamentale funzione di… continua a leggere
2. La paura di dire “ti amo”
Pubblicato in Articoli della Dott.ssa, Psicologia & Psicoterapia da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: benessere, psicologia, psicoterapia
DEPRESSIONE – 7 segnali della depressione post partum
Dopo aver affrontato un parto più o meno difficile e doloroso, la madre può finalmente stringere tra le braccia la piccola vita che ha portato in grembo per nove mesi. Ma cosa può succedere dopo? Il neonato richiede attenzioni, molte attenzioni. Si affrontano importanti privazioni del sonno, ormoni turbolenti, oltre a tutta una serie di aspettative culturali correlate al legame, al senso di beatitudine che ne deriverebbe e all’essere una madre “perfetta”. Considerato ciò, è importante non sottovalutare alcuni segnali che potrebbero indicare una situazione di depressione post partum (da non confondere con il baby blue).
Questo articolo parla alle madri, ma non si rivolge solo a loro. Troppo spesso in passato le donne con depressione post partum sono state ignorate o sottovalutate. Questo tema riguarda tutte le persone vicine alle neomamme (famigliari, amici e professionisti della salute).
Quali sono i segnali della depressione post partum?
1. Ti senti in colpa
Ti senti in colpa, pensi di non fare abbastanza o di dover gestire le cose in un modo migliore. I pensieri che implicano il “dovrei” sono
AZZARDO – Gioco d’azzardo: 4 errate convinzioni
Il gioco d’azzardo è un interessante fenomeno psicologico. Esistono numerose ricerche su come i processi psicologici possano influenzare il comportamento legato al gioco d’azzardo. Di seguito quattro tranelli molto comuni:
1. La fallacia dello scommettitore
La fallacia dello scommettitore riguarda l’errata convinzione che eventi accaduti nel passato influiscano sugli eventi futuri nell’ambito di attività governate dal caso. Di seguito alcune errate convinzioni:
– Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
– Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
– Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;
– Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente.
2. Aspettative mutevoli rispetto alle possibilità di vittoria
In un recente esperimento, è
BENESSERE – Dare valore alla propria storia emotiva
La scelta di chiedere un aiuto psicologico spesso rappresenta la fine di un percorso fatto di dolore, angoscia e vane speranze di risolvere un problema da soli. Infatti, chi indugia nel chiedere un aiuto professionale può essere pervaso da pensieri negativi su di sé, motivazioni o giustificazioni che rendono difficile esprimere la richiesta di sostegno. Chiedere aiuto, ad esempio, può significare ammettere di non essere riusciti a superare una difficoltà da soli e per questo ci si deve confrontare col proprio vissuto di fallimento, con la paura di essere senza speranze, col timore di essere giudicati, col bisogno di fidarsi di qualcuno che si teme non capisca la propria situazione. Alle volte ci si rivolge ad altre figure professionali perché non si riconosce il problema come psicologico o si ritiene che lo psicologo sia colui che “cura i matti”.
I pregiudizi o la cattiva informazione bloccano la richiesta di aiuto consentendo al malessere di aumentare. Inoltre, nei casi in cui il sintomo sia vissuto nel corpo, è facile pensare che il problema sia esclusivamente medico trascurando completamente il peso della componente emotiva e psicologica.
Ogni giorno le nostre azion
SOLUZIONI – L’uovo di Colombo
Quando ci si trova di fronte ad un problema, è consuetudine comune ricercare la soluzione attraverso un approccio logico e razionale, circoscrivere il problema dentro una determinata inquadratura e cercarne la soluzione all’interno di essa. Si prende come assodato che una certa linea rappresenti i confini del problema e solo dentro questi confini sia possibile trovare una risoluzione. Molto spesso però questi confini non esistono e la soluzione è al di fuori di essi.
Attraverso la creatività, l’intuitività è possibile allontanarsi dai rigidi schemi di pensiero acquisiti per scoprire nuovi punti di vista e trovare nuove idee, soluzioni o approcci.
L’esempio dell’aneddoto dell’uovo, solitamente attribuito a Cristoforo Colombo, offre un possibile esempio di pensiero creativo. Durante una cena, alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire l’impresa di Colombo, lo schernirono dicendo che la scoperta dell’America era stata in realtà un’impresa facile perché, per raggiungerla, era bastato mettere la prua verso ovest e veleggiare sempre in quella direzione. Colombo indign
SILENZIO – Una riflessione sul possibile ruolo della TV
Ci sono case nelle quali la televisione serve, non tanto per svago o necessità d’informazione… in queste case la TV copre un silenzio intollerabile, nasconde la consapevolezza della mancanza del dialogo e impedisce la possibilità di osservarsi. In alcune case il silenzio è insopportabile… allora si accende la TV, magari anche ad un tono di volume un po’ alto, così da riempire ogni angolo di silenzio, ogni frazione di incomunicabilità. Si teme non solo di incontrare l’altro accanto, ma anche se stessi. La TV satura e sembra proteggere dal contatto con se stessi e coi propri conviventi.
Altre volte si preferisce coprire col rumore della televisione la confusione relazionale, le domande degli altri e la voce del proprio pensiero. “Grazie” alla TV non si crea spazio per i pensieri e per le emozioni. Orecchi ed occhi sintonizzati sulla televisione per evitare il mondo intorno, per non parlare più, per non sentire più veramente le emozioni: il dolore, la frustrazione, la delusione, l’amarezza, ecc.
Nulla succede nella stanza, qui ed ora, ma tutto accade in TV, in un posto lontano. In un ambiente virtuale rapidamente adattabile alle proprie necessità, sen
RANCORE – 5 modi per nutrire il rancore
A tutti è capitato, prima o poi nella vita, di aver nutrito rancore o di essere stati oggetto di rancore. Il rancore è un sentimento di odio, sdegno, un risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e covato nell’animo. I rancori possono essere di breve durata o perdurare nel corso della vita e portare alla perdita o alla distruzione di relazioni importanti. Alcune persone sono maggiormente predisposte nel serbare rancore a causa del loro temperamento e per la scarsa attitudine al confronto durante i conflitti. Altre assumono comportamenti evitanti per non affrontare le proprie e le altrui emozioni.
Ci sono diversi modi per continuare a nutrire rancore. Di seguito i più comuni:
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Malintesi e supposizioni
A volte si pensa erroneamente che gli altri abbiano cattive intenzioni quando invece non è sempre così. Se non si è consapevoli delle proprie proiezioni è molto probabile che nasca rancore.
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Aspettative irrealistiche
Può accadere di avere grandi aspettative e quando non sono corrisposte ci si sent
VIOLENZA – Il controllo coercitivo nella coppia
Isolamento. Minacce. Umiliazioni. A volte anche abusi fisici. Queste sono le armi del controllo coercitivo, una strategia usata da alcune persone nei confronti del proprio partner. Una relazione che dovrebbe implicare sani sentimenti ed un sostegno amorevole si trasforma in una trappola per il dominio sull’altro. Sebbene il controllo coercitivo possa apparire in una varietà di relazioni, il più diffuso è il caso in cui un uomo usa il controllo coercitivo contro la moglie, la compagna o la fidanzata. Tuttavia, le persone di qualsiasi genere e orientamento sessuale possono essere carnefici o ritrovarsi vittime.
Alcune persone, attraverso il controllo coercitivo, abusano del partner fisicamente e/o sessualmente, ma tante altre usano il controllo coercitivo senza ricorrere alla violenza fisica. Amici e parenti della coppia non sempre sono in grado di cogliere i segni del controllo coercitivo, infatti, chi lo mette in atto si presenta come un ammaliatore.
Le persone vittime del controllo coercitivo diventano ansiose e spaventate. Il controllo coercitivo li priva della loro indipendenza, del senso di sé e dei diritti fondamentali, come quello di prendere decisioni sul pro
RABBIA – 7 false credenze sulla rabbia
La rabbia è un’emozione potente spesso fraintesa. I malintesi sulla rabbia generano inutili condizionamenti e comportamenti disfunzionali. Di seguito sette false credenze che necessitano di essere rivalutate:
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La rabbia è un’emozione negativa?
Non è sbagliato sentirsi arrabbiati. La rabbia è un’emozione comune e salutare. In realtà, molte cose positive derivano dalla rabbia dalla quale possono scaturire anche cambiamenti costruttivi.
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Rabbia e aggressività sono la stessa cosa?
Molte persone confondono la rabbia con l’aggressività. Mentre sentirsi arrabbiati è sano, i comportamenti aggressivi non lo sono. Esistono modi sani per affrontare la rabbia senza ricorrere a modalità aggressive.
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La gestione della rabbia non funziona?
Quando le persone non hanno capacità di gestire la propria rabbia possono avere problemi in tutti gli ambiti della vita. La psicoterapia, individuale o di gruppo, è uno strumento potente che aiuta la persona a divenire consapevole delle proprie dinamiche, a gestire e ridurre le reazioni aggressive.
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La rabbia è tutta “nella testa”?
La rabbia coinvolge mente e corpo. Quando
BULLISMO – Quando i figli bullizzano i genitori
Tutti i bambini hanno personalità e temperamenti unici, ma quelli che bullizzano i propri genitori hanno tratti davvero peculiari. Di seguito i tre stili prevalenti:
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Il bullo provocatore
Tuo figlio si oppone costantemente a te? Ti minaccia? I suoi atteggiamenti rabbiosi ti allarmano?
Questi bambini hanno in prevalenza comportamenti estremamente conflittuali e oppositivi e fanno sempre il contrario di quello che gli viene suggerito o chiesto. Impulsivi, impazienti e imprudenti, i bulli provocatori vogliono solo vivere secondo le proprie condizioni. Respingono in modo aggressivo ogni tentativo dei genitori di gestire il loro comportamento. Ipocriti e pieni di sé, ma con falsa fiducia, provano gusto nel dibattito e sono ostinati a primeggiare in ogni disputa. Per loro “avere ragione” è la priorità piuttosto che vivere nel rispetto e andare d’accordo. Determinati ad andare per la loro strada, non si fermeranno davanti a nulla. Quando si cerca di soverchiare la situazione o ribellarsi alla loro prepotenza possono diventare ossessivi e molesti fin
PROCRASTINAZIONE – La procrastinazione: dieci cose da sapere
Il termine procrastinare deriva etimologicamente dal latino pro (avanti) e crastinus (domani), col significato di “rimandare al domani” allo scopo di temporeggiare o, addirittura, di non fare ciò che si dovrebbe.
Ci sono molti modi per complicarsi la vita e uno di questi è procrastinare. Le persone che procrastinano si danneggiano sabotandosi. Inconsciamente mettono ostacoli sul proprio cammino. Scelgono percorsi che danneggiano le loro prestazioni. Perché dovrebbero farlo?
Dieci cose da sapere:
1. Secondo le ricerche condotte alla DePaul University di Chicago e alla Carleton University di Ottawa, il 20% delle persone ammette di essere un procrastinatore cronico. Procrastinare, infatti, diventa uno stile di vita anche se disadattivo. Coinvolge tutti gli ambiti della vita. Ad esempio, non pagare le bollette in tempo, perdere opportunità favorevoli, non incassare buoni regalo o assegni, presentare la dichiarazione dei redditi in ritardo, etc.
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