DEPRESSIONE – 10 cose estremamente difficili da fare

05/09/2022

DEPRESSIONE – 10 cose estremamente difficili da fare

La depressione è un disturbo psicologico complesso e subdolo, non sempre facile da riconoscere all’inizio. Per questo, è importante non sottostimare alcuni comportamenti di disimpegno verso qualsiasi (apparentemente banale) attività quotidiana.

Di seguito, 10 cose estremamente difficili da fare quando si è depressi:

  • Fare la doccia
  • Fare il letto
  • Pettinarsi
  • Controllare le e-mail
  • Uscire di casa
  • Fare la spesa
  • Stare al telefono
  • Pulire la casa
  • Cucinare
  • Alzarsi da letto

Queste azioni quotidiane non sono difficili da svolgere perché si è stanchi, deboli o sfaticati. Sono difficili perché si sta combattendo contro un nemico invisibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Depressione. L’entusiasmo sottratto a se stesso si ricopre di nero.

E una tristezza più grande entra nella tristezza come un secondo corpo intollerabile – Fabrizio Caramagna

Riconoscere un disturbo depressivo al suo esordio è fondamentale. Più tempestiva è la diagn

08/11/2018

DEPRESSIONE – 7 segnali della depressione post partum

Dopo aver affrontato un parto più o meno difficile e doloroso, la madre può finalmente stringere tra le braccia la piccola vita che ha portato in grembo per nove mesi. Ma cosa può succedere dopo? Il neonato richiede attenzioni, molte attenzioni. Si affrontano importanti privazioni del sonno, ormoni turbolenti, oltre a tutta una serie di aspettative culturali correlate al legame, al senso di beatitudine che ne deriverebbe e all’essere una madre “perfetta”. Considerato ciò, è importante non sottovalutare alcuni segnali che potrebbero indicare una situazione di depressione post partum (da non confondere con il baby blue).

Questo articolo parla alle madri, ma non si rivolge solo a loro. Troppo spesso in passato le donne con depressione post partum sono state ignorate o sottovalutate. Questo tema riguarda tutte le persone vicine alle neomamme (famigliari, amici e professionisti della salute).

Quali sono i segnali della depressione post partum?

1. Ti senti in colpa 

Ti senti in colpa, pensi di non fare abbastanza o di dover gestire le cose in un modo migliore. I pensieri che implicano il “dovrei” sono

Pubblicato in Ansia, Depressione, Stress, Panico, Genitori & Figli da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
19/12/2016

DEPRESSIONE – Spiegando la mia depressione a mia madre: una conversazione

Opera originale: “Explaining my depression to my mother: A conversation” di Sabrina Benaim 

«Mamma, la mia depressione è un mutaforma. Un giorno è piccola come una lucciola nel palmo di un orso, il giorno successivo è l’orso. In quei giorni mi fingo morto fin quando l’orso non mi lascia in pace. I giorni difficili li chiamo “giorni bui”.»

Mamma dice: «Prova ad accendere delle candele.»

Ma quando vedo una candela vedo l’interno di una chiesa, il barlume di una fiamma, scintille di una memoria più giovane di mezzogiorno. Sono in piedi accanto alla sua bara aperta. E’ il momento in cui comprendo che tutti quelli che conoscerò prima o poi moriranno.

«Vedi mamma, non ho paura del buio… forse questa è una parte del problema.»

Mamma dice: «Pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto.»

«Non posso, l’ansia mi tiene in ostaggio dentro casa mia, dentro la mia testa.»

Mamma dice: «Da dove viene quest’ansia?»

10/08/2016

INFELICITÀ – Gli 8 Atteggiamenti negativi dell’infelice cronico

Gli 8 atteggiamenti che predispongono all’infelicità cronica

Talvolta nella vita tutti noi sperimentiamo pensieri negativi. Come gestiamo i nostri atteggiamenti può determinare la differenza tra la fiducia o la paura, la speranza o la disperazione, la padronanza o il vittimismo, la vittoria o la sconfitta. Molteplici studi hanno rivelato come gli atteggiamenti negativi cronici possono andare a discapito della salute, della felicità e del benessere. Qui di seguito riporto otto pensieri negativi comuni alle persone cronicamente infelici, estratti dalle ricerche del Prof. Preston Ni.

1. La conversazione autolesionistica

Il linguaggio autolesionista è costituito da messaggi, inviati a noi stessi, che riducono la propria fiducia, debilitano le proprie capacità, abbassano il proprio potenziale rendimento e in ultima analisi, sabotano il proprio successo.

Il classico esempio di dialogo autolesionistico include frasi che incominciano con: 

14/03/2016

DEPRESSIONE – I tre volti della depressione

La maggior parte delle persone usa la parola “depressione” per descrivere molte esperienze distinte e separate quali il dolore, la delusione, momenti di infelicità, la reazione ad un evento spiacevole ecc…

Quando utilizzo il termine “depressione” mi riferisco alla “depressione clinica”, il tipo di sofferenza mentale ed emotiva che viene diagnosticata da uno specialista della salute (psicologo, psicoterapeuta, medico psichiatra). Ho visto tante persone depresse nel corso degli anni e sulla base della mia esperienza ritengo plausibile delineare le radici della loro sofferenza in tre differenti aree, che non sempre sono da considerarsi distinte ma spesso si sovrappongono e si mescolano in vari modi.

Di seguito propongo una riflessione su 3 tipi di depressione e sulle loro origini, con l’intenzione di delinearne meglio le caratteristiche.

1. La rabbia post-bellica

A cominciare da Freud, gli psicoterapeuti hanno frequentemente notato il collegamento tra rabbia e depressione descrivendo questo specifico stato emotivo come “la rabbia rivolta all’interno”.

08/02/2016

INSUCCESSO – L’insuccesso, un severo maestro di vita

L’insuccesso è un’esperienza umana molto comune, nessuno di noi arriva all’età adulta senza aver sperimentato il fallimento e senza essersi confrontato con il proprio modo di reagire alla sconfitta. A tutti capita di sbagliare o non raggiungere un obiettivo prefissato. La reazione personale a queste situazioni risulta fondamentale per la realizzazione nella vita. La nostra felicità, il nostro benessere, individuale e collettivo, dipende anche da questo. Il fallimento ferisce, delude sempre, ma rappresenta anche un’esperienza formativa, educativa ed indispensabile alla crescita se si comprende cosa è necessario fare di diverso per il proprio futuro. Per questo è importante capire quali reazioni e conseguenze ha su di sé l’insuccesso, quali sono le ferite psichiche che provoca e quali sfide emotive si devono affrontare per risanare la propria identità psicologica. Quando viviamo l’insuccesso la nostra salute psicologica si trova davanti ad un pericolo e alla necessità di prendersi cura di se stessi.

Gli insuccessi infliggono ferite psicologiche che agiscono su determinati aspetti del sé:

1_ danneggia

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20/12/2015

NATALE – Infelicità natalizia: alcuni accorgimenti per cambiare prospettive

9 riflessioni per cambiare il proprio “umore nero”

Le festività natalizie possono essere molto difficili per le persone che provano infelicità, malinconia, depressione. Secondo una statistica di recente pubblicazione, negli Stati Uniti il 45% degli intervistati dichiara di temere il periodo natalizio e di provare difficoltà emotive ricorrenti durante questo momento dell’anno.

Il freddo austero dell’inverno, il clima di festa natalizia non sempre condiviso o altri motivi possono rendere la fine dell’anno un momento difficile per chi sta affrontando sfide emotive o di relazione. Una delle cause principali di questo diffuso “umore nero” è da ricondurre alle proprie aspettative fiabesche di difficile realizzazione.

Risuonano ancora i sublimi desideri del “bambino del passato”, in grado di canalizzare l’immaginazione attraverso la magia di addobbi, luci, colori, tradizioni religiose e diverse attività natalizie, che trasformavano le proprie fiabesche aspettative in gioia,

17/07/2015

MORTE – Osservazioni sulla centralità della morte nell’esperienza di vita

Sebbene la morte fisica ci distrugga, l’idea della morte può salvarci

La paura della morte filtra sempre da sotto la superficie. Ci accompagna per tutta la vita e pertanto erigiamo difese, molte basate sulla negazione, per aiutarci ad affrontare la consapevolezza dell’ineluttabilità della fine dell’esperienza di vita. Ma non possiamo tenerla lontana dalla mente, può esprimersi nelle nostre fantasie e nei nostri sogni, in ogni incubo c’è l’impronta inconfondibile della morte. La transitorietà terrena è ineliminabile.

Esistono molte buone ragioni per le quali dovremmo affrontare la morte nel corso della psicoterapia. Data la necessità di esplorare noi stessi in profondità, del corso e del significato della nostra vita, la centralità della morte nella nostra esistenza, oltre al fatto che la vita e la morte sono interdipendenti, come possiamo negarla o rimandare di affrontare questo tema?

Da sempre gli uomini si sono resi conto che ogni cosa svanisce, hanno paura di questo oblio e devono trovare un modo per vivere nonostante la paura della dissoluzion

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