COMPULSIONE A SPENDERE – Compro quindi sono

18/11/2016

COMPULSIONE A SPENDERE – Compro quindi sono

Come resistere all’impulso di “spendere, acquistare e consumare”?

COMPULSIONE A SPENDERE - Compro quindi sono

immagine di Vladimir Kush

Attualmente sempre più prodotti non sono venduti per le loro caratteristiche tecniche o utilitaristiche, ma piuttosto per il temporaneo sollievo psicologico che procurano. Molte persone fanno affidamento sullo “spendere, acquistare e consumare”, fino ad esserne anche dipendenti, come fosse una sorta di “stampella psicologica”. Attraverso gli oggetti si tenta di comprare un’immagine di sé e definire il proprio valore. Gli oggetti di consumo si trasformano così in dichiarazioni di qualità personali. È una questione di identità, immagine e valore che si attribuisce a se stessi attraverso ciò che si acquista, un modo per definire se stessi, compensare mancanze, gestire emozioni o sostituire un senso di vuoto interiore. L’avere sostituisce l’Essere.

  1. Essere presenti e consapevoli dell’impegno verso se stessi

Fare ricorso a strategie pratiche che possono essere utilizzate quotidianamente per affrontare l’emergenza dell’impulso ad acquistare. Una tecnica può essere, ad esempio, quella di scrivere un diario o una lista dei propri propositi per darsi un sostegno, rielaborare in modo più lento e consapevole il proprio comportamento compulsivo. Descrivere e raccontare su carta come la compulsione a spendere sia difficile da controllare, elencando i modi in cui questo comportamento causa problemi alla propria vita. Un’alternativa ancora più efficace è condividere la propria esperienza con qualcuno. Abbattere il muro della vergogna e condividere il proprio vissuto contribuisce a rendere la percezione della situazione come maggiormente gestibile, al fine di rafforzare il proprio impegno verso il cambiamento.

  1. Realizzare la propria vita

Agire per ottenere più soddisfazione dalla vita o per lo meno trovare una distrazione significativa mentre si sta cercando di uscire fuori da questo problema. Trascorrere più tempo con gli amici, dedicarsi ad un animale domestico, fare volontariato, coltivare un hobby, praticare attività fisica, ecc. Attraverso l’impegno e gli interessi si può scoprire e riconoscere quello che manca nella propria vita e trovare nuovi modi per sentirsi gratificati, amati, completi e realizzati anche senza lo shopping.

  1. Esplorare la radice del problema

Le logiche di marketing, seppur seduttive, non hanno il controllo sulle scelte personali. È importante riconoscere che le proprie azioni sono dettate da dinamiche psicologiche interne, anche se influenzate da condizionamenti esterni (Black Friday, saldi, moda, giudizi degli altri, ecc.). È necessario avere chiare le proprie responsabilità per smettere di cercare e usare scusanti esterne. Riconoscere che il desiderio di spendere non ha a che fare con gli “oggetti”. Si tratta molto spesso di un modo illusorio per mascherare depressione, ansia o dipendenza affettiva. Lo shopping diventa un temporaneo antidoto per alleggerire le frustrazioni della vita, scacciare il malumore, riempire di oggetti un’esistenza vuota o sostituire una persona amata. Le cause che si celano dietro all’impulso a spendere sono diverse e variano da un individuo all’altro.

Se questo genere di esperienza vi appartiene è importante che valutiate l’idea di parlarne con il vostro Psicologo Psicoterapeuta di fiducia col proposito di essere maggiormente consapevoli di se stessi anche in relazione allo shopping.

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.