PROCRASTINAZIONE – La procrastinazione: dieci cose da sapere

19/01/2018

PROCRASTINAZIONE – La procrastinazione: dieci cose da sapere

PROCRASTINAZIONE – La tua procrastinazione ti ostacola? Dieci cose da sapere

immagine di Ray Caesar

Il termine procrastinare deriva etimologicamente dal latino pro (avanti) e crastinus (domani), col significato di “rimandare al domani” allo scopo di temporeggiare o, addirittura, di non fare ciò che si dovrebbe.

Ci sono molti modi per complicarsi la vita e uno di questi è procrastinare. Le persone che procrastinano si danneggiano sabotandosi. Inconsciamente mettono ostacoli sul proprio cammino. Scelgono percorsi che danneggiano le loro prestazioni. Perché dovrebbero farlo?

Dieci cose da sapere:

1. Secondo le ricerche condotte alla DePaul University di Chicago e alla Carleton University di Ottawa, il 20% delle persone ammette di essere un procrastinatore cronico. Procrastinare, infatti, diventa uno stile di vita anche se disadattivo. Coinvolge tutti gli ambiti della vita. Ad esempio, non pagare le bollette in tempo, perdere opportunità favorevoli, non incassare buoni regalo o assegni, presentare la dichiarazione dei redditi in ritardo, etc.

2. Nonostante la cultura occidentale non lo ritenga un vero e proprio problema, si tratta in realtà di un comportamento da non sottovalutare, infatti, la procrastinazione rappresenta profonde difficoltà nell’autoregolazione. La società tende ad essere condiscendente nei confronti di chi abitualmente tende ad “usare” le proprie difficoltà al fine di temporeggiare, anche quando le giustificazioni sono poco convincenti.

3. La procrastinazione ha ripercussioni negative in molti ambiti della vita. Nella salute principalmente. Ad esempio, nelle persone con tendenza a procrastinare è stato riscontrato un indebolimento del sistema immunitario, frequenti raffreddori o influenza, maggiori problemi gastrointestinali e insonnia. Anche le relazioni sono compromesse. Spostare il carico delle responsabilità sugli altri scatena risentimento e rabbia sia sul posto di lavoro che nei rapporti privati.

4. La procrastinazione non è un problema di gestione del tempo o di pianificazione, ma di approccio alla vita. In sostanza, quello che si rimanda è sempre il momento di vivere. I procrastinatori non hanno difficoltà nello stimare il proprio tempo. Joseph Ferrari, professore di Psicologia alla DePaul University di Chicago, sostiene: “Dire a qualcuno che procrastina di comprare un’agenda è come dire a chi soffre di depressione cronica di rallegrarsi”.

5. Procrastinatori si diventa. La procrastinazione viene acquisita nell’ambiente famigliare, ma non direttamente. È una risposta ad uno stile genitoriale autoritario. Avere un genitore severo e controllante impedisce al bambino di sviluppare la capacità di autoregolarsi, di interiorizzare le proprie intenzioni e di imparare ad agire su se stesso e per se stesso. La procrastinazione può anche essere una forma di ribellione, una delle poche forme disponibili in tali circostanze. Inoltre, i procrastinatori si rivolgono in prevalenza agli amici piuttosto che ai genitori per cercare supporto, ma gli amici, più propensi a tollerare le molteplici scuse e giustificazioni, tendono a rafforzare la procrastinazione.

6. La procrastinazione aumenta il consumo di alcol tra coloro che già bevono. I procrastinatori bevono molto più di quanto intendano farlo proprio a causa delle difficoltà nell’autoregolazione. Questo aggrava le strategie di evitamento che sono alla base della procrastinazione e che inducono al disimpegno anche attraverso l’abuso di sostanze.

7. I procrastinatori raccontano bugie a se stessi. Ad esempio, si ripetono frasi come “avrò più voglia di farlo domani” oppure “lavoro meglio sotto pressione”. In realtà, il giorno seguente non troveranno né la spinta né lavoreranno meglio. Per di più, si giustificano dicendo che la cosa da fare “non è poi così importante”. Un’altra grande bugia che i procrastinatori si raccontano è quella che avere tempi stretti li renda più creativi. Purtroppo questo non li rende più creativi, ma credono solo di esserlo. In sostanza, sprecano meramente le loro risorse.

8. I procrastinatori cercano attivamente distrazioni, in particolare quelle che non richiedono molto impegno da parte loro. Ad esempio, il costante controllo dello smartphone è perfetto a questo scopo. Così possono distrarsi costantemente in modo da non affrontare le proprie responsabilità. La tendenza a rimandare inoltre nasconde un’inconscia paura di fallire. Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura.

9. Si possono individuare tre differenti tipologie di procrastinatori:

a) gli amanti del “finale da brivido”, che aspettano fino all’ultimo per sperimentare l’euforia derivante da un rush finale;

b) gli evitatori, che fuggono la paura di fallire o addirittura temono il successo. In entrambi i casi sono molto preoccupati del giudizio altrui. Vorrebbero essere pensati come coloro a cui è mancata l’occasione piuttosto che la capacità;

c) i decisionali, che non riescono a fare una scelta. Sono convinti che non scegliendo saranno assolti dalla responsabilità per il risultato degli eventi. In realtà, anche il “non scegliere” rappresenta una scelta.

10. I procrastinatori possono cercare di cambiare il proprio comportamento, ma farlo necessita di grandi sforzi e molte energie. Questo però non si concretizza necessariamente in un’autentica trasformazione interiore. Per vivificare un profondo e sano cambiamento è necessario un percorso psicoterapeutico.

“Rimanda a domani solo ciò che saresti disposto a lasciare incompiuto morendo” – Pablo Picasso

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.