VIOLENZA – Il controllo coercitivo nella coppia

07/05/2018

VIOLENZA – Il controllo coercitivo nella coppia

VIOLENZA - Il controllo coercitivo nella coppia

immagine di Eric Joyner

Isolamento. Minacce. Umiliazioni. A volte anche abusi fisici. Queste sono le armi del controllo coercitivo, una strategia usata da alcune persone nei confronti del proprio partner. Una relazione che dovrebbe implicare sani sentimenti ed un sostegno amorevole si trasforma in una trappola per il dominio sull’altro. Sebbene il controllo coercitivo possa apparire in una varietà di relazioni, il più diffuso è il caso in cui un uomo usa il controllo coercitivo contro la moglie, la compagna o la fidanzata. Tuttavia, le persone di qualsiasi genere e orientamento sessuale possono essere carnefici o ritrovarsi vittime.

Alcune persone, attraverso il controllo coercitivo, abusano del partner fisicamente e/o sessualmente, ma tante altre usano il controllo coercitivo senza ricorrere alla violenza fisica. Amici e parenti della coppia non sempre sono in grado di cogliere i segni del controllo coercitivo, infatti, chi lo mette in atto si presenta come un ammaliatore.

Le persone vittime del controllo coercitivo diventano ansiose e spaventate. Il controllo coercitivo li priva della loro indipendenza, del senso di sé e dei diritti fondamentali, come quello di prendere decisioni sul proprio tempo, i propri amici o il proprio aspetto. Queste vittime spesso si sentono come ostaggi. Nel corso del tempo, essere sotto torchio, criticati, pedinati e monitorati può sembrar loro normale e inevitabile. Le vittime, sentendosi disperate e disorientate, si attribuiscono la colpa e la responsabilità di aver innescato i comportamenti del partner arrivando a pensare di aver fatto qualcosa di “sbagliato”. È facile per una persona in questa posizione perdere la fiducia in se stessa e arrendersi alla visione della realtà trasmessa dal partner abusante. Allo stesso tempo, per mantenere la pace, le vittime possono sopprimere i propri desideri, zittire le proprie opinioni e allontanarsi dai propri cari. Purtroppo, le vittime spesso non vedono la connessione tra il controllo esercitato dal partner e la propria condizione di isolamento. Perdere contemporaneamente le relazioni importanti e la fiducia in sé può diventare ulteriormente paralizzante.

Le persone solitamente cadono nella rete di un coercitivo controllante in periodi di maggiore vulnerabilità. Spesso, all’inizio della relazione, l’abusante è prodigo di cure e attenzioni verso la vittima. Nel corso del tempo, però, diviene geloso, controlla gli spostamenti della vittima e ne limita le interazioni con gli altri. La vittima si rifugia nell’illusione che il partner “amorevole”, così come si era mostrato all’inizio della relazione, sia quello vero; che tornerà ad essere di nuovo meraviglioso solo se lo accontenterà “comportandosi bene”. Alle volte, l’abusante ripropone un atteggiamento amorevolmente, ma solo come modalità subdola per mantenere o recuperare il controllo. Comportamenti apparentemente gentili diventano così un’altra meschina tattica di coercizione.

Quando un partner controllante ha irretito una vittima farà tutto il possibile per prolungare la relazione. A volte minaccia, insegue, aggredisce o addirittura uccide se lasciato o sospetta la volontà di separarsi. Anche quando non c’è violenza fisica, è importante considerare certi atteggiamenti come violenti e pericolosi. Solo negli ultimi anni la società ha iniziato a considerare e riconoscere sempre più le molestie sessuali, la violenza all’interno di una relazione di coppia, lo stupro coniugale e lo stalking. Il controllo coercitivo deve essere identificato e riconosciuto in modo simile, solo così è possibile iniziare ad affrontarlo.

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.