CONTROLLO – La persona control freak

11/09/2024

CONTROLLO – La persona control freak

Il control freak è una persona che ha un forte bisogno di controllare ogni aspetto della propria e altrui vita. Non lascia spazio all’eventuale imprevisto imponendo il proprio modo di fare in tutte le circostanze. È dominante, autoritario, perfino invadente. Inoltre, è ansioso e spesso preoccupato per il futuro.

Questo atteggiamento, motivato dalla paura del caos e dell’incertezza, genera tensioni nella maggior parte delle relazioni in cui il control freak è coinvolto. Infatti, per il control freak non esiste il libero arbitrio altrui perché tutto deve passare sotto la propria ossessiva attenzione.

Essere un control freak potrebbe sembrare vantaggioso in termini di organizzazione ed efficienza ma a caro prezzo.

Controllare dà una momentanea sensazione di ordine anche se, in realtà, alimenta solo il circolo vizioso dell’ansia: più si controlla, più si rinforza l’idea che ci sia sempre qualcosa per cui stare in allerta. Inoltre, mancando la fiducia negli altri, il control freak non dà a sé stesso l’opportunità di vivere sane relazioni

18/04/2024

GENITORI – Genitori elicottero: 5 possibili conseguenze

I “genitori elicottero” sono iperprotettivi nei confronti dei propri figli; li controllano e interferiscono continuamente nelle loro vite. Questo atteggiamento, anche se da molti erroneamente ritenuto una qualità del “bravo genitore”, ha effetti negativi sullo sviluppo psico-affettivo dei figli.

Di seguito 5 possibili conseguenze:

  1. Dipendenza e mancanza di autonomia. Essere costantemente indirizzati dai genitori porta all’incapacità di prendere decisioni in autonomia e ad un’immaturità generale.
  1. Bassa autostima. L’eccessivo controllo fa sì che i figli sviluppino poca o nessuna fiducia nelle proprie capacità e risorse.
  1. Rischio di ansia e depressione. I figli eccessivamente sorvegliati possono sviluppare stati di ansia e/o depressione a causa della costante pressione e delle continue aspettative imposte loro.
  1. Difficoltà nella gestione del te

14/02/2024

NARCISISMO – 6 caratteristiche del narcisista covert

L’idea comune sui narcisisti è che siano esagerati ed estremamente riconoscibili per il loro senso di grandiosità e di superiorità sugli altri. Questa espressione, definita narcisismo overt (manifesto), è molto visibile, più facilmente identificabile e riconoscibile. Ma questa manifestazione del narcisismo non è l’unicaEsiste anche il narcisismo covert (nascosto) che si caratterizza invece per una maggiore insicurezza, vulnerabilità e fragilità di facciata.

Di seguito, 6 caratteristiche tipiche per riconoscere il narcisista covert:

1. Passivo aggressivo

Si prende gioco degli altri attraverso battute. Li incolpa e lavora dietro le quinte per farli fallire e ricavarne vantaggio. Raramente esprime rabbia in modo palese. Appare educato e cortese, sembra accomodante per poi attaccare in modo subdolo.

2. Chiuso e apparentemente timido

Tende ad essere molto insicuro e per questo evita il confronto. Stare lontano dagli altri limita il suo costante bisogno di paragonarsi e di dover essere all’altezza degli standard e

19/12/2023

NATALE – 7 strategie per sopravvivere al Natale coi parenti

La speranza di trascorrere in serenità il periodo di Natale non sempre coincide con la realtà. Infatti, per alcuni le feste natalizie possono essere stressanti, specialmente se si deve trascorrere del tempo con persone poco gradite o con cui ci si sente in obbligo di stare.

Se per te è inevitabile partecipare a questi momenti, ricorda che puoi proteggerti grazie ad alcune accortezze:

  1. Non cedere alle provocazioni. Certi parenti potrebbero approfittare del momento insieme per riproporre dinamiche famigliari disfunzionali, vecchie rivalità, contenziosi e così via. Attraverso commenti, domande o allusioni potrebbero stuzzicarti, provocarti o disturbarti. Se ti è già successo in passato è probabile che accada ancora. Quindi, aspettatelo! Non prestare il fianco agli attacchi e metti in pratica anche le restanti strategie.
  1. Gestisci il consumo di alcol. I momenti di festa sono situazioni in cui potrebbe aumentare il consumo di alcolici. Sappi che l’alcol agisce sui centri cerebrali coinvolti nell’aggressività e abbassa le inibizioni che normalmente tengono sotto controllo g

Pubblicato in Articoli della Dott.ssa, Genitori & Figli, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
25/11/2023

VIOLENZA PSICOLOGICA – 5 forme di violenza subdola

Con violenza psicologica si intende una forma subdola di maltrattamento volta a manipolare e sopraffare l’altro. Infatti, la violenza psicologica è un vero e proprio abuso emotivo che porta la vittima a perdere se stessa, il proprio senso di identità e la propria dignità.

La violenza psicologica si esprime attraverso atteggiamenti e parole ben precisi, ripetitivi nel tempo, che possono essere alle volte palesi e altre volte più velati.

Di seguito alcuni esempi per aiutare a riconoscere le varie forme di violenza psicologica:

UMILIAZIONE E CRITICA: ti ridicolizza o fa battute pesanti e pungenti; svaluta il tuo lavoro/studio/interessi; fa commenti sprezzanti sul tuo aspetto fisico/abbigliamento/modo di fare o parlare.

CONTROLLO: ti fa sentire in colpa; ti impone il suo punto di vista; ignora la tua opinione; è eccessivamente geloso/a; pretende risposta immediata a chiamate o messaggi; impartisce lezioni su ciò che sarebbe giusto fare; alterna scoppi di rabbia a mom

02/10/2023

MANIPOLAZIONE – Il gaslighting

Che cos’è il gaslighting?

Il gaslighting è un tipo di manipolazione psicologica che fa sì che una persona (la vittima) metta in dubbio il proprio ragionamento, la propria percezione e la propria sanità mentale. In altre parole, in una relazione tossica una persona (il carnefice) adotta comportamenti abusanti allo scopo di far dubitare di sé la vittima solo per trarne vantaggio. La differenza tra il gaslighting e altre forme di manipolazione è che il/la carnefice cerca intenzionalmente e attivamente di ottenere il controllo sulla vittima.

Chi mette in atto il gaslighting?

Il gaslighting è spesso agito da individui con disturbo narcisistico di personalità. La persona con disturbo narcisistico di personalità ha una visione distorta di sé e della realtà, ha bisogno di essere lodata e di essere superiore agli altri. Di conseguenza, il/la narcisista metterà in atto comportamenti manipolatori per apparire migliore, giusto/a e per avere vantaggi personali.

Credi di essere vittima di gasl

03/07/2023

COPPIA – Vita di coppia e comunicazione: 5 errori

Saper comunicare è fondamentale per creare una vita di coppia sana e duratura. Trascurare la comunicazione di coppia rischia di mettere a repentaglio la solidità della relazione trasformando alcune situazioni, che si potevano risolvere semplicemente parlando, in qualcosa di più grave.

Ma niente paura! Si può sempre migliorare il proprio stile comunicativo cercando di evitare alcuni errori di comunicazioni.

Di seguito 5 errori frequenti da evitare:

1. Essere incapaci di considerare il punto di vista altrui

2. Affrontare una discussione con lamentele, critiche e accuse

3. Aspettarsi che il/la partner possa leggere nella mente dell’altro/a

4. Credere che il solo parlare sia sufficiente per risolvere i problemi

5. Puntualizzare, recriminare, rinfacciare, predicare, biasimare

Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione – Zygmunt Bauman

07/04/2023

FAMIGLIA – 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista

La famiglia narcisista è senza dubbio caratterizzata da un insieme specifico di dinamiche che si sviluppano e serpeggiano all’interno di questi gruppi di parenti. Uno o entrambi i genitori possono essere narcisisti così come anche alcuni figli, ma non è raro che possano esserci figure tossiche anche nella famiglia allargata (nonni o altri famigliari). Solitamente, il narcisista è il tiranno della famiglia intorno al quale tutto gira e tutti girano.

Non è facile riconoscere di essere intrappolati in dinamiche famigliari narcisiste dato che possono essere erroneamente scambiate come fatti naturali, retaggi culturali, tradizioni, abitudini consolidate. In realtà, queste famiglie condividono molti punti in comune che se riconosciuti possono aiutare ognuno a liberarsi dalla morsa patologica del narcisismo.

Di seguito 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista:

1_ È tutta una questione di immagine: si deve apparire migliori, perfetti e senza problemi agli occhi degli altri 2_ Ai bambini viene insegnato a fingere che tutto vada sempre bene per mantenere una finta facciata di armonia 3_ Non esiste una sana gerarchia nei ruoli: i bambini sono l

24/01/2023

RELAZIONI – Come mai è così faticoso avere relazioni?

La relazione è quel legame che si crea tra due o più persone i cui pensieri, sentimenti e azioni si influenzano vicendevolmente. Pertanto, quando si instaura una relazione con qualcuno si crea inevitabilmente un vincolo di interdipendenza. Nel corso della propria vita ognuno di noi crea molteplici relazioni con gli altri: si inizia con le persone molto vicine come i genitori e i parenti, si prosegue poi con gli amici, le relazioni di coppia fino alle relazioni legate al mondo del lavoro, alle conoscenze superficiali e così via.

Ma intrecciare relazioni alle volte è veramente difficile. Come mai? Di seguito alcune caratteristiche di personalità ci aiutano a capire il perchè:

_ IL NARCISISTA

E’ interessato/a solo a se stesso/a e crede fermamente di essere migliore di ogni altra persona. Vuole essere sempre al centro dell’attenzione. Manipola gli altri per i propri scopi. Ha scarsissima empatia.

_ IL CONTROLLANTE

Cerca di controllare ogni cosa e ogni persona e vuole ess

09/11/2022

ALESSITIMIA – Che cos’è l’alessitimia?

L’alessitimia o analfabetismo emotivo è l’incapacità di riconoscere, esprimere e distinguere i propri ed altrui stati emotivi. È un vero e proprio disturbo dell’elaborazione degli affetti che ostacola i processi di auto-regolazione e riorganizzazione delle emozioni. L’etimologia della parola, derivante dal greco, riporta proprio alla mancanza (alfa=assenza) di parole (léxis=parola) per le emozioni (thymós=emozione).

Le persone alessitimiche faticano a differenziare gli stati emotivi dalle sensazioni fisiologiche. Presentano una ridotta capacità immaginativa e onirica. Infine, hanno scarse abilità empatiche e spesso assumono comportamenti conformistici compensatori.

L’alessitimia può essere interpretata come una difesa inconscia alle sofferenze subite: si sceglie l’analfabetismo emotivo per evitare le emozioni (vissute come minacciose e destabilizzante). Sarà il corpo a dar voce all’emotività repressa attraverso svariate manifestazioni psicosomatiche.

Tra le cause dell’alessitimia, riveste un ruolo important

11/10/2021

BULLISMO – Nessuno nasce bullo. Bulli si diventa

Il bullismo indica un’ampia ed eterogenea serie di comportamenti di prevaricazione e sopraffazione, agiti da una o più persone nei confronti di una vittima individuata come bersaglio di violenze verbali, fisiche e/o psicologiche.

In Italia il 75% degli atti di bullismo e cyberbullismo resta sommerso. Solo il 25% viene segnalato o notato.

Come mai alcuni bambini/e o ragazzi/e usano la prepotenza sugli altri?

Dentro ad ogni bullo si nasconde un bambino spaventato, costantemente in lotta con le proprie insicurezze e paure. Il bullismo è quindi espressione di una conflittualità interiore. Aggredire qualcuno o qualcosa dà al bullo un falso senso di solidità, di forza e di sicurezza.

Nessuno nasce prepotente. Bulli si diventa. Il clima famigliare e lo stile educativo fanno la differenza. Alcuni genitori sono essi stessi bulli proponendo un modello educativo fatto di prevaricazione e autorità (diversa invece è l’autorevolezza). Altri hanno comportamenti passivo-aggressivi, impulsivi o manipolatori verso i propri figli.

06/09/2021

SINDROME – La sindrome della superiorità illusoria

La sindrome della superiorità illusoria, nota anche come “effetto Dunning-Kruger”, è una distorsione cognitiva che induce individui poco esperti a sopravvalutare le proprie abilità.

Questa illusione della competenza porta la persona a:

  • considerarsi esperta anche quando le esperienze suggeriscono il contrario
  • non vivere gli insuccessi (quando perde non interiorizza la sconfitta)
  • avere un’immagine di sé distorta sottovalutando i propri difetti
  • credere fermamente nel proprio talento
  • non rendersi conto delle effettive capacità degli altri
  • convincersi che la propria opinione valga di più di quella degli altri
  • sentirsi in diritto di giudicare
  • non percepire la propria ignoranza
23/03/2020

RELAZIONI – Fantasmi, zombie e briciole di pane

Gli smartphone, i social network e le chat di appuntamenti online hanno cambiato il modo in cui le persone si incontrano, flirtano e si innamorano. Come conseguenza, sono entrati in uso nel nostro linguaggio nuove terminologie, prese dalla lingua inglese, per indicare specifiche espressioni relazionali. È utile porre l’attenzione su questi neologismi dato che esprimono ciò che può accadere nella relazione e raccontano ciò che le persone vivono.

Ghosting, haunting, orbiting, zombieing e breadcrumbing sono nuove definizioni ma, in realtà, si riferiscono a comportamenti da sempre attuati. Le persone manipolavano e si prendevano gioco delle emozioni degli altri molto prima dell’avvento della comunicazione online. Il ruolo prevalente dei messaggi nella quotidianità e/o degli incontri online ne ha solo facilitato ulteriormente la diffusione. Queste relazioni sono caratterizzate da maggiore incertezza, paura dell’impegno e confusione nello stabilire legami affettivi.

 ▪   Ghosting

Il ghosting accade quando qualcuno a cui si è interessati scompare improvvisamente. Questa per

07/02/2020

NARCISISMO – 5 aspetti del narcisismo e i loro retroscena

Le persone affette da narcisismo patologico presentano al mondo un’immagine di sé caratterizzata da un’aura di certezza, superiorità, attrattiva e forza. Eppure, più si approfondisce la relazione con un narcisista più si scopre qualcosa che non convince…

Se sono così sicuri, perché hanno tanta difficoltà a riconoscere ed ammettere la responsabilità dei propri errori?

Se sono così superiori, perché hanno bisogno di dominare e sottomettere gli altri?

Se sono così attraenti, perché hanno bisogno di costanti attenzioni?

Se sono così forti, perché sono facilmente destabilizzati da piccolezze?

Avere a che fare con i narcisisti può essere sconcertante e snervante. Per questo, sapere cosa si nasconde dietro la loro lucente facciata offre una prospettiva più ampia e una maggiore compassione nel relazionarsi con loro. Soprattutto, vedere dietro il sipario aiuta a stabilire dei sani e necessari confini alla relazione.

Di segui

25/11/2019

AUTORITÀ – I segni indelebili del padre autoritario

La differenza tra autorità ed autorevolezza è la differenza che c’è tra imporre e condividere e, su più ampia scala, tra colonizzare e incontrare. Alla base di quelle che vedremo essere delle reminiscenze difficili da scardinare, che ancora oggi la società occidentale approva ed esprime con noncuranza, c’è il rapporto con il padre autoritario.

Come moltissime situazioni sociali e relazionali si basano sull’applicazione dell’autorità – ovvero un’imposizione di una parte sull’altra per motivi “dovuti” – così il padre autoritario si impone nei confronti dei “propri” figli, in quanto considerati “di proprietà”. Naturalmente, un essere umano non può “appartenere” a nessuno.

Per esempio, un datore di lavoro autoritario esercita prepotenza – ovvero prepone potenza alla relazione – nei confronti del lavoratore attraverso la propria posizione gerarchica allo scopo di dominare la relazione. Se un padre reclama il proprio diritto alla paternità come leva psicologica per esercitare autorità, il datore di lavoro utilizza la propria posizione. In entrambi i casi, la leva permette alla figura autoritaria di soddisfare le proprie necessità,

03/07/2018

SILENZIO – Una riflessione sul possibile ruolo della TV

Ci sono case nelle quali la televisione serve, non tanto per svago o necessità d’informazione… in queste case la TV copre un silenzio intollerabile, nasconde la consapevolezza della mancanza del dialogo e impedisce la possibilità di osservarsi. In alcune case il silenzio è insopportabile… allora si accende la TV, magari anche ad un tono di volume un po’ alto, così da riempire ogni angolo di silenzio, ogni frazione di incomunicabilità. Si teme non solo di incontrare l’altro accanto, ma anche se stessi. La TV satura e sembra proteggere dal contatto con se stessi e coi propri conviventi.

Altre volte si preferisce coprire col rumore della televisione la confusione relazionale, le domande degli altri e la voce del proprio pensiero. “Grazie” alla TV non si crea spazio per i pensieri e per le emozioni. Orecchi ed occhi sintonizzati sulla televisione per evitare il mondo intorno, per non parlare più, per non sentire più veramente le emozioni: il dolore, la frustrazione, la delusione, l’amarezza, ecc.

Nulla succede nella stanza, qui ed ora, ma tutto accade in TV, in un posto lontano. In un ambiente virtuale rapidamente adattabile alle proprie necessità, sen

03/06/2018

RANCORE – 5 modi per nutrire il rancore

A tutti è capitato, prima o poi nella vita, di aver nutrito rancore o di essere stati oggetto di rancore. Il rancore è un sentimento di odio, sdegno, un risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e covato nell’animo. I rancori possono essere di breve durata o perdurare nel corso della vita e portare alla perdita o alla distruzione di relazioni importanti. Alcune persone sono maggiormente predisposte nel serbare rancore a causa del loro temperamento e per la scarsa attitudine al confronto durante i conflitti. Altre assumono comportamenti evitanti per non affrontare le proprie e le altrui emozioni.

Ci sono diversi modi per continuare a nutrire rancore. Di seguito i più comuni:

  1. Malintesi e supposizioni

A volte si pensa erroneamente che gli altri abbiano cattive intenzioni quando invece non è sempre così. Se non si è consapevoli delle proprie proiezioni è molto probabile che nasca rancore.

  1. Aspettative irrealistiche

Può accadere di avere grandi aspettative e quando non sono corrisposte ci si sent

07/05/2018

VIOLENZA – Il controllo coercitivo nella coppia

Isolamento. Minacce. Umiliazioni. A volte anche abusi fisici. Queste sono le armi del controllo coercitivo, una strategia usata da alcune persone nei confronti del proprio partner. Una relazione che dovrebbe implicare sani sentimenti ed un sostegno amorevole si trasforma in una trappola per il dominio sull’altro. Sebbene il controllo coercitivo possa apparire in una varietà di relazioni, il più diffuso è il caso in cui un uomo usa il controllo coercitivo contro la moglie, la compagna o la fidanzata. Tuttavia, le persone di qualsiasi genere e orientamento sessuale possono essere carnefici o ritrovarsi vittime.

Alcune persone, attraverso il controllo coercitivo, abusano del partner fisicamente e/o sessualmente, ma tante altre usano il controllo coercitivo senza ricorrere alla violenza fisica. Amici e parenti della coppia non sempre sono in grado di cogliere i segni del controllo coercitivo, infatti, chi lo mette in atto si presenta come un ammaliatore.

Le persone vittime del controllo coercitivo diventano ansiose e spaventate. Il controllo coercitivo li priva della loro indipendenza, del senso di sé e dei diritti fondamentali, come quello di prendere decisioni sul pro

05/04/2018

RABBIA – 7 false credenze sulla rabbia

La rabbia è un’emozione potente spesso fraintesa. I malintesi sulla rabbia generano inutili condizionamenti  e comportamenti disfunzionali. Di seguito sette false credenze che necessitano di essere rivalutate:

  1. La rabbia è un’emozione negativa?

Non è sbagliato sentirsi arrabbiati. La rabbia è un’emozione comune e salutare. In realtà, molte cose positive derivano dalla rabbia dalla quale possono scaturire anche cambiamenti costruttivi.

  1. Rabbia e aggressività sono la stessa cosa?

Molte persone confondono la rabbia con l’aggressività. Mentre sentirsi arrabbiati è sano, i comportamenti aggressivi non lo sono. Esistono modi sani per affrontare la rabbia senza ricorrere a modalità aggressive.

  1. La gestione della rabbia non funziona?

Quando le persone non hanno capacità di gestire la propria rabbia possono avere problemi in tutti gli ambiti della vita. La psicoterapia, individuale o di gruppo, è uno strumento potente che aiuta la persona a divenire consapevole delle proprie dinamiche, a gestire e ridurre le reazioni aggressive.

  1. La rabbia è tutta “nella testa”?

La rabbia coinvolge mente e corpo. Quando

05/03/2018

BULLISMO – Quando i figli bullizzano i genitori

Tutti i bambini hanno personalità e temperamenti unici, ma quelli che bullizzano i propri genitori hanno tratti davvero peculiari. Di seguito i tre stili prevalenti:

  1. Il bullo provocatore

Tuo figlio si oppone costantemente a te? Ti minaccia? I suoi atteggiamenti rabbiosi ti allarmano?

Questi bambini hanno in prevalenza comportamenti estremamente conflittuali e oppositivi e fanno sempre il contrario di quello che gli viene suggerito o chiesto. Impulsivi, impazienti e imprudenti, i bulli provocatori vogliono solo vivere secondo le proprie condizioni. Respingono in modo aggressivo ogni tentativo dei genitori di gestire il loro comportamento. Ipocriti e pieni di sé, ma con falsa fiducia, provano gusto nel dibattito e sono ostinati a primeggiare in ogni disputa. Per loro “avere ragione” è la priorità piuttosto che vivere nel rispetto e andare d’accordo. Determinati ad andare per la loro strada, non si fermeranno davanti a nulla. Quando si cerca di soverchiare la situazione o ribellarsi alla loro prepotenza possono diventare ossessivi e molesti fin

Pubblicato in Articoli della Dott.ssa, Genitori & Figli, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
17/11/2017

AMORE – La paura di dire “ti amo”

Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono…

  1. Paura dell’impegno

Certe persone avvertono come gravose le parole “ti amo” e non sono pronte a promettere qualcosa che hanno paura di dare. Tanto più il loro partner li stimola con queste parole, tanto meno è probabile che loro le utilizzino. Ci possono essere dei sentimenti, ma la paura dell’impegno impedisce che l’amore sia restituito verbalmente.

Perché alcune persone temono di impegnarsi? Fare una scelta significa anche escludere tutte le altre possibilità. Questo viene percepito come limitante e innesca paura, a prescindere dai sentimenti provati per il partner. Si ha la sensazione che la vicinanza e l’impegno portino con sé ingenti responsabilità. Si avverte la paura di diventare vittime di una serie di costrizioni. Inoltre, il pensiero di dover soddisfare le esigenze

Pubblicato in Amore, Mal D'Amore, Rapporti di Coppia, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
24/03/2017

RELAZIONI – Sposati col lavoro: quando il lavoro sostituisce gli affetti

Oggi giorno tantissime persone, per svariati motivi, dedicano la maggior parte del proprio tempo e delle proprie energie al lavoro. Questo articolo si riferisce alla situazione specifica di chi vive il lavoro come luogo di rifugio dalle relazioni autentiche e come spazio dove costruire se stessi attraverso il proprio ruolo lavorativo.

Incanalare tutta la propria energia nel lavoro, a discapito delle relazioni, può avere un prezzo elevato. Per alcune persone, essere “sposati” con il lavoro significa molto spesso aver scelto, seppur inconsciamente, di non essere disponibili alla connessione emotiva con gli altri. Sebbene l’idea di una vita impegnata a tenere lontano gli affetti possa risultare terribile, per queste persone è un imperativo. L’eccessiva dedizione al lavoro diventa così un modo per filtrare i contatti emotivi tramite il ruolo lavorativo ed evitare il peso dei legami autentici.

Solitamente la paura, spesso inconscia, dell’intimità, del calore e della confidenza, affonda le sue radici in esperienze emotive infelici che risalgono alla prima infanzia. Spendere una quantità esagerata di tempo ne

Pubblicato in L'importanza di Essere, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
19/12/2016

DEPRESSIONE – Spiegando la mia depressione a mia madre: una conversazione

Opera originale: “Explaining my depression to my mother: A conversation” di Sabrina Benaim 

«Mamma, la mia depressione è un mutaforma. Un giorno è piccola come una lucciola nel palmo di un orso, il giorno successivo è l’orso. In quei giorni mi fingo morto fin quando l’orso non mi lascia in pace. I giorni difficili li chiamo “giorni bui”.»

Mamma dice: «Prova ad accendere delle candele.»

Ma quando vedo una candela vedo l’interno di una chiesa, il barlume di una fiamma, scintille di una memoria più giovane di mezzogiorno. Sono in piedi accanto alla sua bara aperta. E’ il momento in cui comprendo che tutti quelli che conoscerò prima o poi moriranno.

«Vedi mamma, non ho paura del buio… forse questa è una parte del problema.»

Mamma dice: «Pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto.»

«Non posso, l’ansia mi tiene in ostaggio dentro casa mia, dentro la mia testa.»

Mamma dice: «Da dove viene quest’ansia?»

13/12/2016

ANSIA – Genitori ansiosi o bambini stressati?

8 modi per gestire la situazione

Stati d’ansia o esperienze di stress sono sempre più comuni anche nei bambini. Come si possono aiutare i propri figli ad affrontare questi stati emotivi?

1. Incoraggiare i bambini ad affrontare ed esprimere le paure

Quando si prova paura, cercare di evitarla può diventare un automatismo. Tuttavia, fuggire dalle situazioni ansiogene contribuisce a mantenere alto il livello d’ansia. Invece, quando un bambino vive e sperimenta i propri timori, l’ansia percepita si riduce spontaneamente nel tempo. Il corpo umano non è programmato per rimanere in uno stato d’ansia per lunghi periodi, infatti, l’agitazione si riduce entro 20-45 minuti se si sceglie di affrontare la situazione ansiogena. E’ inoltre fondamentale invitare il bambino ad esprimere il proprio stato d’animo ed essere aperti e disponibili all’ascolto. Se il bambino sente preoccupazione o spavento non è di alcun conforto rispondergli “No, non lo sei!”. In questo modo gli si fa credere che non lo si sta ascoltando e, peggio ancora, si consolida il lui la percezione

23/09/2016

CONDIZIONAMENTI – La conoscenza di sé e il “bambino del passato”

Gli adulti sono lo specchio del mondo dei bambini

In difesa dei bambini che siamo e che siamo stati

In genere la nostra cultura tende a sminuire il bambino e quello che prova e sono pochi coloro che sfuggono a questo modo di pensare. È inevitabile che genitori e i caregiver (coloro che si prestano alle cure educative del bambino) siano portatori di atteggiamenti derivati dalla cultura dominante e per questo non li si può ritenere colpevoli di comportamenti che riflettono soltanto tendenze della società.

La nostra cultura esprime costantemente un giudizio morale sui bambini, dividendoli in “buoni” e “cattivi”. Il mondo degli adulti pretende che i bambini si assumano alcune piccole responsabilità a riconoscimento delle cure e delle “comodità” concesse, ma la pretesa degli adulti impone al bambino di non rispettare la responsabilità che il bambino stesso ha verso il proprio mondo. E’ luogo comune ritenere che i bambini vivano una vita felice, spensierata e senza problemi. In realtà il bambino affronta anche periodi di crisi, di ev

20/11/2015

SENSO DI COLPA – Il peso psicologico del senso di colpa

Il senso di colpa irrisolto ed i suoi effetti malsani

La funzione primaria del senso di colpa è di avvertire noi stessi che abbiamo fatto o stiamo per fare qualcosa che va contro i nostri principi (ad esempio comprare qualcosa che non rientra nel budget, giocare ai videogiochi invece di lavorare, imbrogliare, ecc…) o nuoce direttamente o indirettamente a qualcuno.

Grazie alla sua sgradevolezza il senso di colpa svolge la fondamentale funzione di preservare le nostre relazioni personali, familiari e di comunità. Ad esempio, quando feriamo una persona con un comportamento aggressivo o irrispettoso, il senso di colpa ci avverte della sua fragilità compromessa, riporta all’attenzione la sua importanza e induce a scusarci per il bisogno di riparare la relazione.

Prima di considerare il senso di colpa per il suo ruolo costruttivo originale è bene comprendere che non tutte le dinamiche scaturite dal senso di colpa possono essere benefiche a lungo termine. Se in giuste dosi il senso di colpa può essere d’aiuto e costruttivo, in dosi più elevate diviene un predone che avvelena la serenità e le relazioni a noi più care.

Ch

12/10/2015

RAPPORTO DI COPPIA – Risposta alle domande più frequenti

Le dinamiche dell’innamoramento nel rapporto di coppia

Ci si innamora per caso?

Spesso ci succede di essere attratti in modo quasi immediato di una persona che magari conosciamo da poco tempo.

Perché si innescano questi meccanismi per cui due individui si attraggono inconsapevolmente?

L’attrazione, per capirci la chimica, non nasce per caso! Si è già predisposti inconsciamente a quel tipo di persona (non a quella persona ma a quel tipo di persona). Da un punto di vista psicoanalitico le motivazioni sono riconducibili al proprio inconscio storico.

Cos’è l’inconscio storico?

Ognuno di noi, fin dalla nascita, vive ed alimenta un inconscio parallelo che spesso si incastra e si estrinseca nella vita reale tanto da condizionare le nostre scelte.

Dal terzo anno di vita il nostro  inconscio storico traccia una sorta

Pubblicato in Amore, Mal D'Amore, Rapporti di Coppia, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,
18/09/2015

MAL D’AMORE – L’energia creativa dell’amore

Come si fa a guarire dal mal d’amore, smettere di soffrire se ti sei innamorato e non vieni ricambiato?

Una delle domande che più spesso mi viene rivolta su questo argomento è: “Come si fa a guarire di mal d’amore, smettere di soffrire se ti sei innamorato e non vieni ricambiato?”.

Ci si innamora nel momento in cui si trova una persona che si ritiene con le caratteristiche giuste, quella ideale per se stessi, quella che meglio rappresenta i propri desideri o le proprie aspettative. L’innamorato è attratto della persona con la quale pensa di costruire un nuovo progetto di vita insieme, di chi gli fa intravedere una nuova futura possibile esistenza. Inizia così un momento creativo condiviso e perseguito con il partner. Il soggetto si sente di avere un’affinità profonda con la persona amata e vive l’amore come qualcosa che contribuisce all’armonia del mondo, alla perfezione del “suo” universo.

Se la relazione d’amore non è più condivisa, la persona rifiutata si sente abbandonata e vede tradito il patto d’amore, lo scambio di pro

08/03/2015

SEPARAZIONE – Separazione e Figli: gli 8 fattori protettivi

Di fronte alla separazione dei genitori quasi tutti i figli sono tristi. Questo non significa che saranno inevitabilmente infelici per una vita intera. Infatti, la grande maggioranza non si troverà, negli anni successivi, in condizione di svantaggio rispetto alle famiglie intatte per ciò che riguarda, ad esempio, le capacità relazionali, il successo a scuola o nel lavoro. Questo è stato dimostrato da due ampie ricerche statunitensi sulle dinamiche del divorzio, che hanno accompagnato ed osservato figli di genitori separati nell’arco di decenni (Hetherington e Kelly, 2002; Wallerstein, Lewis e Balkeslee, 2000). Questi studi hanno però anche riscontrato che nei figli di coppie separate sussiste un maggior rischio di problematicità e difficoltà nel gestire la propria vita se i genitori non si attengono ad alcune regole di comportamento.

Per mantenere la serenità e il benessere, anche futuri, dei propri figli, i genitori devono compiere maggiori sforzi di quelli che sono necessari nelle famiglie intatte. Se i genitori ci mettono quest’impegno, non hanno nulla da rimproverarsi per il fatto che la famiglia che avevano creato si è dissolta.

I seguenti “fattori protettivi” agiscono in modo

Pubblicato in Genitori & Figli, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,

07/08/2014

AMORE – Estratto da: L’arte di amare di Erich Fromm

Amore: la risposta al problema dell’esistenza umana

L’amore è un sentimento attivo, non passivo; è una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto “dare” e non ricevere.

Che cosa significa dare?

La risposta sembra semplice, ma in realtà è carica di ambiguità e di complicazioni. Il malinteso più comune è che dare significhi “cedere” qualcosa, essere privati, sacrificare.

La persona il cui carattere non si è sviluppato oltre la fase ricettiva ed esplorativa, sente l’atto di dare in questo modo. Il “tipo commerciale” è disposto a dare, ma solo in cambio di ciò che riceve; dare senza ricevere, per lui significa essere ingannato. La gente arida sente il dare come un impoverimento. La maggior parte degli individui di questo tipo, di solito sì rifiuta di dare. Alcuni trasformano in sacrificio l’atto di dare. Sentono che solo per il fatto che è penoso dare, si dovrebbe dare; la virtù, per loro, sta nell’accetta