TRAUMA – 4 segnali del trauma

20/04/2020

TRAUMA – 4 segnali del trauma

TRAUMA - 4 segnali del trauma

immagine di Xue Wang

Gli eventi traumatici si presentano in molte forme. Il trauma può essere rappresentato dall’improvvisa perdita di una persona cara, dall’abuso fisico e/o psicologico, dall’abbandono, dalla perdita del lavoro, da un incidente, da calamità naturali e pandemie, da gravi malattie o da qualsiasi altro tipo di situazione tragica e inquietante. È qualcosa di straordinario che si traduce in uno shock emotivo, sia per chi lo subisce direttamente sia per chi vi assiste. Ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, senso di impotenza, affaticamento, iper-vigilanza, irrequietezza, instabilità emotiva, palpitazioni sono alcuni dei segnali fisici e psicologici che possono provare le persone traumatizzate. Questi sintomi possono nascere subito dopo l’evento traumatico ma, in alcune persone, possono manifestarsi anche dopo diversi mesi o anni. Detto ciò, è importante non sottovalutare la propria sofferenza e, in particolare, prestare attenzione a quattro segnali propri del disturbo post-traumatico da stress.

1. Flashback

La persona rivive il trauma attraverso incubi notturni o ricordi invadenti ed angoscianti continuando a sperimentare le stesse dolorose emozioni. Alcune situazioni o dettagli della vita presente possono fare da innesco e riattivare paura, angoscia, palpitazioni, sudorazione o tensione muscolare.

2. Evitamento

Per non sperimentare nuovamente il trauma e le emozioni ad esso correlate, la persona inizia ad evitare molte situazioni di vita (attività, luoghi, conversazioni, persone, etc.) che gli ricordano, simboleggiano o sono in qualche modo associate al trauma vissuto. In modo più o meno consapevole, la vittima può tentare di sopprimere ricordi ed emozioni spiacevoli adottando comportamenti estremi, compulsivi e/o autolesionistici (ad esempio abusando di alcool, farmaci o droghe; gettandosi a capofitto nel lavoro; giocando d’azzardo, etc.). Evitare di parlare o pensare all’evento, ritirarsi o isolarsi dal mondo può sembrare funzionale nel breve termine ma col passare del tempo ostacolerà l’elaborazione del trauma.

3. Alterazione dei pensieri e delle emozioni

L’evento traumatico è vissuto da molte persone come uno spartiacque tra il “prima” e il “dopo”, tra la “salute” e il “malessere”. Di conseguenza, la persona può sviluppare convinzioni negative su se stessa (“sono cattiva”, “sono responsabile di quanto è accaduto”), sugli altri (“non mi posso fidare di nessuno”, “gli altri vogliono sfruttarmi o abusare di me”) o sul mondo (“il mondo è un posto pericoloso”, “non c’è speranza per il futuro”). Anche la memoria può essere significativamente alterata fino a dimenticare anche particolari estesi del trauma (amnesia post-traumatica). Per proteggersi dal dolore psicologico, la persona si distacca dalle proprie emozioni, diventa insensibile, disinteressata o estraniata rispetto agli altri e a ciò che “prima” procurava piacere o gioia.

4. Segnali di iper-attivazione

L’essere umano è evolutivamente predisposto per combattere o fuggire da situazioni pericolose. Quando il pericolo cessa lo stato di attivazione si esaurisce naturalmente. In caso di disturbo post-traumatico da stress, questa modalità difensiva è costantemente attiva e la persona sviluppa una ipersensibilità ai potenziali segnali di pericolo. È continuamente in allerta anche senza essere in una situazione di reale pericolo. Può rispondere in modo esplosivo e rabbioso anche in assenza di provocazioni. Vive in uno stato di iper-vigilanza e tensione che condiziona l’umore, il sonno e la concentrazione.

Conclusioni

A volte il disagio è forte ed evidente mentre altre volte i sintomi sono più subdoli, erroneamente attribuiti ad una forte stanchezza o più superficialmente allo stress. Altre volte ci si impone di stringere i denti sperando che “tutto prima o poi passerà”. Rimandare o temporeggiare può solo alimentare la sensazione di scoramento, impotenza e sfiducia. Quando si fronteggiano esperienze psicologicamente impegnative o emozioni schiaccianti, chiedere aiuto significa prendersi cura di sé, dare valore a se stessi. Comprendere ed elaborare le proprie emozioni necessita di profondità, nuove prospettive e competenza. Soltanto così le cose possono volgere al meglio.

“Mentre il trauma può essere l’inferno sulla Terra, il trauma risolto è un dono degli Dei –

un viaggio eroico che appartiene a ognuno di noi” – Peter A. Levine

Se ti rivedi in quello che hai appena letto, prendi in seria considerazione la possibilità di consultare uno Psicologo Psicoterapeuta serio e vocato.

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.