IDENTITÀ – Uomini perfetti: il corpo teatro di emozioni taciute

14/09/2017

IDENTITÀ – Uomini perfetti: il corpo teatro di emozioni taciute

immagine di Nicky Barkla

immagine di Nicky Barkla

Così come l’alcolismo era un tempo considerato un problema esclusivamente maschile, i disordini del comportamento alimentare e i disturbi dell’immagine corporea sono spesso erroneamente considerati come problemi esclusivamente femminili. Ad esempio, negli Stati Uniti la metà degli adulti in sovrappeso sono uomini e si stima che più del 25% delle persone con bulimia e anoressia siano maschi. Il National Institutes of Health americano denuncia che almeno un milione di uomini soffrono di disturbi alimentari. Uno sguardo alla letteratura professionale sul tema evidenzia che i disordini alimentari maschili siano stati tradizionalmente non riconosciuti, sottovalutati e generalmente fraintesi.

Durante la crescita, i maschi sono spesso scoraggiati dalla società ad esprimere le proprie emozioni perché considerate, erroneamente, un segno di debolezza. Sono molto più spronati ad essere emotivamente “duri”, “uomini che non devono chiedere mai”,  capaci “per natura” di gestire i problemi da soli. In realtà, questa falsa credenza educa alla rigidità emotiva e alla non espressione di se stessi. Infatti, anche i ragazzi, come le ragazze, attraversano nella vita momenti psicologicamente delicati o di crisi. Possono sperimentare le stesse esperienze che sono alla base dei disordini alimentari nelle donne, come ad esempio una scarsa considerazione di sé, una storia di abuso o un vissuto di depressione. Purtroppo, a causa dei condizionamenti sociali e culturali, diventa più difficile per gli uomini gestire queste tematiche apertamente.

Non è una questione di genere (maschile o femminile) ma di identità.

Storicamente gli uomini non hanno ricevuto tante pressioni sociali e mediatiche quanto le donne per essere snelli e dalle “forme perfette”. Di conseguenza, l’ossessione verso il corpo non è mai stata un fenomeno predominante per gli uomini come al giorno d’oggi. I tempi sono cambiati e le celebrità dal “corpo scolpito”, i fotomodelli, i campioni dello sport contribuiscono a cambiare come i ragazzi e gli uomini pensano al proprio aspetto fisico, all’apparenza e, infine, ridefiniscono il concetto di salute.

“Perché vi paragonate con qualcun altro? Se non vi paragonate a un altro sarete quel che realmente siete” – Jiddu Krishnamurti

Molti uomini ora percepiscono la stessa pressione delle donne nel “possedere un corpo perfetto”. Tale raggiungimento si rifà ad un’immagine idealizzata e irrealistica di sé. A differenza delle donne, tuttavia, quando gli uomini idealizzano i propri corpi, tendono ad essere più interessati alle dimensioni e alle forme piuttosto che al peso e alla magrezza. Come risultato, uomini con disturbi alimentari o dell’immagine corporea possono apparire molto più in salute della controparte femminile. L’impegno ossessivo in attività fisiche, diete o interventi estetici (chirurgici e non) viene erroneamente scambiato per un comportamento salutista, un prendersi cura di sé non pericoloso. In questo modo, diviene uno stile di vita prima culturalmente accettabile, poi condiviso e infine da difendere – diversamente dalla controparte femminile che è invece socialmente percepita in pericolo. Una consapevolezza mancata che porta questi uomini a non chiedere aiuto e a perdere sempre più il contatto con il reale disagio psicologico taciuto.

“Porto in me un individuo irrivelato. Mi conosce, ma non so niente di lui, eccetto che la mia persona è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno di segreto” – Joë Bousquet

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.