DIFFERENZE – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista, Psichiatra

23/06/2016

DIFFERENZE – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista, Psichiatra

Definizione e compiti professionali

DIFFERENZE - Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista, Psichiatra

immagine di Cyril Rolando

1. Lo PSICOLOGO, se è solo psicologo, non è autorizzato a fare alcun tipo di psicoterapia. Dovrebbe occuparsi della sola psicologia attiva, di psicologia di comunità e delle organizzazioni, ecc…

Spesso le persone dicono: “devo andare dallo psicologo” e intendono invece dire che desiderano fare una psicoterapia. E’ una confusione che può nuocere molto.

2. In Italia, tutti i professionisti che fanno terapia psicologica, cioè senza utilizzare farmaci, si chiamano per legge, PSICOTERAPEUTI ma tra di loro ci sono differenze sostanziali. Quindi passiamo ai punti successivi.

3. Il terzo punto è la differenza tra chi ammette l’importanza dell’INCONSCIO nella formazione dei sintomi e chi non la conosce o non la considera. I primi appartengono all’area della PSICOANALISI pur con una serie di distinguo, e ritengono che per attenuare o eliminare i sintomi si debba intervenire sulle cause che li hanno generati. Cause spesso preconscie o inconsce che possono essere riportate alla coscienza con una serie di tecniche particolari ideate da Freud. I secondi sono fuori da quest’area e a seconda della tecnica che utilizzano possono definirsi con molti nomi: comportamentisti, cognitivo-comportamentali, sistemici, ecc… Questi non danno importanza alle cause e cercano semplicemente di superare la parte di sintomi che può essere attaccata dalla componente cosciente del soggetto. Insomma la parte più superficiale del problema. Se il danno è recente e superficiale questa è la soluzione più giusta. Se il danno attuale ha le radici in danni precedenti questa soluzione è insufficiente o inutile.

4. Infine ci sono gli PSICHIATRI che hanno il compito di somministrare gli psicofarmaci nei casi più gravi, quelli in cui la sola psicoterapia non basta o non è consigliabile.

IMPORTANTE: CHIEDETE SEMPRE AL PROFESSIONISTA CHE TITOLO ACCADEMICO HA

NEL CASO FOSSE PSICOTERAPEUTA CHIEDETE CHE VI PRECISI QUAL’E’ LA SCUOLA A CUI SI RIFERISCE O IN CUI SI E’ SPECIALIZZATO/A

Il titolo di Psicologo Clinico: un chiarimento indispensabile

La laurea in psicologia è abbastanza strana se la si considera rispetto alla successiva professione. I diversi indirizzi (sviluppo, comunità, clinica, ricerca), che dovrebbero servire per portare a scegliere che cosa fare con la laurea in mano, sembrano solo optional. Infatti chi si laurea in psicologia del lavoro, per esempio, può tranquillamente fare colloqui clinici, senza ulteriori specializzazioni. Chi poi si laurea in psicologia ad indirizzo clinico può mettere fuori la targa con scritto “psicologo clinico” e lasciare che le persone lo prendano per psicoterapeuta.

Che significa psicologo clinico?

In termini legali significa che quel/quella professionista NON è autorizzata a fare psicoterapia, perché non ha alcuna specializzazione per farlo.

La psicoterapia la si può esercitare previo frequentazione di una scuola di specializzazione che dura 4 anni, riconosciuta dal Ministero dell’Università e dell Ricerca. Ogni scuola dà un indirizzo specifico e prepara ad un tipo di psicoterapia con caratteristiche definite.

Il punto è che il termine “clinico” richiama troppo il fare terapia, quindi viene facile pensare che l’Ordine degli Psicologi abbia volutamente fatto passare questo equivoco. Con quale vantaggio? Spero che non si sia trattato di un vantaggio economico e di potere, visto che la maggior parte degli attuali iscritti all’albo sono psicologi e non psicoterapeuti. Comunque sia, è giusto che le persone sappiano la verità: lo psicologo e la psicologa clinici non sono psicoterapeuti.

Dr. Alfredo Rapaggi

Pubblicato in Psicologia & Psicoterapia da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: , ,