ANSIA – Genitori ansiosi o bambini stressati?

13/12/2016

ANSIA – Genitori ansiosi o bambini stressati?

8 modi per gestire la situazione

ANSIA - Genitori ansiosi o bambini stressati?

immagine di Richard J. Oliver

Stati d’ansia o esperienze di stress sono sempre più comuni anche nei bambini. Come si possono aiutare i propri figli ad affrontare questi stati emotivi?

1. Incoraggiare i bambini ad affrontare ed esprimere le paure

Quando si prova paura, cercare di evitarla può diventare un automatismo. Tuttavia, fuggire dalle situazioni ansiogene contribuisce a mantenere alto il livello d’ansia. Invece, quando un bambino vive e sperimenta i propri timori, l’ansia percepita si riduce spontaneamente nel tempo. Il corpo umano non è programmato per rimanere in uno stato d’ansia per lunghi periodi, infatti, l’agitazione si riduce entro 20-45 minuti se si sceglie di affrontare la situazione ansiogena. E’ inoltre fondamentale invitare il bambino ad esprimere il proprio stato d’animo ed essere aperti e disponibili all’ascolto. Se il bambino sente preoccupazione o spavento non è di alcun conforto rispondergli “No, non lo sei!”. In questo modo gli si fa credere che non lo si sta ascoltando e, peggio ancora, si consolida il lui la percezione che nessuno sta capendo il suo stato d’animo.

2. Non c’è nulla di male nell’essere imperfetti

Spesso si chiede ai figli, soprattutto implicitamente, di avere successo, trionfare, eccellere nella vita e negli impegni scolastici. Ci si dimentica che sono individui in crescita e che possono imparare e misurare se stessi soprattutto attraverso tentativi ed errori. Incoraggiare i figli non significa farli sentire sotto pressione, condividere con loro egoiche ambizioni o aspettative genitoriali. È fondamentale, come genitori, accettare gli errori e le imperfezioni del proprio bambino. La perfezione, intesa come infallibilità, non esiste!

3. Valorizzare gli aspetti positivi

Molte volte i bambini ansiosi e stressati possono abbandonarsi a pensieri negativi e a controproducenti autocritiche. Concentrandosi sul “bicchiere mezzo vuoto” possono fomentare le loro preoccupazioni riguardo il futuro che li attende. Quando i genitori sono in grado di valorizzare le risorse del bambino e aprirsi al confronto, per considerare insieme gli aspetti positivi, allora possono trasmettere ed infondere l’amore per la vita, la gioia del sentirsi vivi, e ammettere la possibilità di una realizzazione individuale del bambino.

4. Essere d’aiuto nella gestione dei problemi

Una volta riconosciute le emozioni del bambino, e dopo aver compreso l’esperienza che sta vivendo, è il momento di sostenerlo nell’affrontare il suo problema. Questo non significa fornire “la soluzione”, ma piuttosto affiancare il bambino nella ricerca di un proprio modo per migliorare la situazione. Così il giovane sentirà di poter contare su qualcuno e, allo stesso tempo, di poter anche fare affidamento sulle proprie risorse. Se il bambino è ancora troppo piccolo, allora, è preferibile proporre alcune possibili idee e valutare insieme quale possa essere la più adatta.

5. Progettare attività rilassanti

I bambini hanno bisogno di tempo per rilassarsi ed “essere bambini”. Le attività, anche quando piacevoli, come lo sport, possono trasformarsi in vere e proprie competizioni genitoriali; occasioni per dimostrare agli altri che il proprio figlio è il più bravo di tutti. Le eccessive, e spesso erronee, aspettative dei genitori contribuiscono ad innalzare notevolmente il livello di ansia nei bambini, che avvertono così il timore di fallire e deludere gli adulti. È importante assicurarsi che i bambini si esprimano nel gioco esclusivamente per il bene del divertimento e della gioia che ne deriva. Giocare è una cosa seria. Competere tutt’altro.

6. Riconoscere i comportamenti coraggiosi

Se il bambino deve affrontare una situazione ansiogena, è importante riconoscere e premiare il suo impegno (attraverso un apprezzamento verbale, ad esempio, o anche con un piccolo premio tangibile). Ovviamente non si tratta di corrompere il bambino, ma di riconoscere e valorizzare il suo atteggiamento sostenendolo e motivandolo.

7. Mantenere la calma e mettersi in discussione

I bambini guardano ai propri genitori e agli adulti per stabilire come reagire alle varie situazioni. Essi rappresentano il loro principale punto di riferimento. Dopo una caduta, per fare un esempio, il bambino cerca lo sguardo del genitore per saggiarne la reazione. Se in risposta il genitore è preoccupato è probabile che il figlio pianga. Questo perché il bambino sta cercando dal proprio genitore un segnale, un suggerimento su come reagire a quella situazione. I bimbi di tutte le età cavalcano le emozioni dei genitori e risuonano con loro. Se il genitore è ansioso, il bambino sperimenterà in sé l’ansia. Quindi, quando si desidera ridurre l’ansia del proprio bambino, è necessario essere consapevoli e saper gestire prima di tutto il proprio stato emotivo. I genitori che affrontano una situazione di fragilità emotiva dovrebbero ricorrere ad un supporto psicologico professionale ed assumersi così la responsabilità del cambiamento, senza rimandare il lavoro interiore e mollare il carico sui figli.

8. Praticare esercizi di rilassamento

A volte semplici esercizi di rilassamento possono aiutare il bambino a diminuire la tensione. Ad esempio, si può suggerire di chiudere gli occhi e prendere un paio di respiri profondi, concentrarsi sull’inspirazione e sull’espirazione, anche immaginando assieme di essere in qualche luogo speciale o immersi nella natura. Questo esempio di tecnica può essere praticato insieme per far sentire al bambino che si è al suo fianco nel gestire l’ansia, ma è anche un semplice rimedio che il bambino può adottare anche quando è solo. Con la perseveranza di questi esercizi il bambino comprende come riportare la calma dentro di sé e fronteggiare lo stress. Ovviamente esistono molte altre tecniche di training o rilassamento ed è quindi utile cercare e sperimentare quelle che si sentono come maggiormente efficaci per l’unicità del bambino.

Dott.ssa Marcella Caria


ATTENZIONE! Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici. La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l’aiuto  di professionisti del settore. E’ pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche.